Lee Kun-Hee, il patriarca che ha lanciato Samsung Electronics nel mondo, era l’uomo più ricco della Corea del Sud quando è morto, nell’ottobre scorso, all’età di 78 anni. Samsung, oggi, è tra i leader mondiali nel settore della telefonia e nella produzione di elettronica di consumo, rappresentando da sola un quinto del Pil della Corea del Sud, la dodicesima economia mondiale. La famiglia del defunto presidente Samsung e collezionista d’arte pagherà una fattura di imposta di successione dalle cifre astronomiche: 11 miliardi di dollari su una fortuna di 20 miliardi. La Corea del Sud ha concesso sei mesi di tempo alla famiglia per permetterle di decidere come pagare l’imposta. Infatti, il Paese ha una legislazione sulle successioni molto rigida, con un’aliquota fiscale altissima. Pertanto, sembrerebbe che la famiglia si sia accordata per la rateizzazione in cinque anni dell’intera cifra in modo da ammortizzarne la spesa.
La notizia arriva in un momento delicato per l’azienda, considerato che il capo de facto del gruppo, nonché figlio dell’ex Presidente, Lee Jae-yong, sta scontando una pena detentiva di due anni e mezzo a causa di una condanna per corruzione e appropriazione indebita. «Per dovere civico e responsabilità», oltre che onorare il debito, la famiglia devolverà oltre 23mila opere d’arte ai musei statali del Paese. Anche nel tentativo di ripulire la propria immagine, lesa quando a marzo cercò di saldare le spese legali del figlio con il patrimonio della collezione di famiglia. Per questo motivo, il mese scorso, gli ex ministri delle organizzazioni culturali e artistiche hanno richiesto riforme fiscali per impedire agli eredi Samsung di pagare le tasse svendendo la raccolta di opere d’arte.
Tra queste si evidenziano celebri autori dell’arte occidentale tra cui Monet, Dalì, Gaugain, Mirò, Picasso, Basquiat, Chagall e Warhol oltre che pezzi unici di artisti coreani, oggetti di antiquariato e opere letterarie autoctone. Nello specifico, 14 tra queste opere di Monet, Chagall e Picasso coinvolte nella donazione e considerate “tesori nazionali”, secondo notizie di stampa sudcoreane, saranno donate ed esposte in modo permanente al Museo Nazionale della Corea del Sud e al Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea. Inoltre, tra i pezzi della collezione figurano opere come la scultura di Alberto Giacometti del 1960, Tall Woman III, e un dipinto di Francis Bacon, Figure in a Room, del 1962, che secondo il Korea Economic Daily valgono rispettivamente 140 milioni e 133 milioni di dollari.
Le opere di Giacometti e Rothko della collezione, invece, rimarranno all’interno del patrimonio della famiglia e anche il Leeum – Samsung Museum of Art ha ereditato parti della collezione di Lee. Senza dubbio questo corpus di opere uniche donate alle Gallerie Nazionali coreane rappresenteranno una garanzia per il fisco coreano. La famiglia, inoltre, donerà anche 900 milioni di dollari alle organizzazioni di beneficenza e contribuirà a finanziare la ricerca e il miglioramento in campo sanitario con la realizzazione di un laboratorio specializzato di malattie infettive a Seul.
Al momento rimane poco chiaro se la famiglia avrà bisogno delle azioni Samsung per pagare l’intera somma, dettaglio che potrebbe rivelarsi non trascurabile, relativamente alla partecipazione di controllo della famiglia nell’azienda.
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