«Lascio la presidenza della Fondazione. È una decisione che meditavo da tempo. Non sono gli attacchi ad avermi spinto a lasciare, mi hanno ferito ma mai impaurito». Così si apre la lettera attraverso la quale Sergio Castellitto ha annunciato le dimissioni da Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nei mesi scorsi aveva fatto molto discutere la gestione della vicenda dell’incendio dell’8 giugno, che causò la distruzione del celleraio B4 dell’archivio della Cineteca nazionale, in via Tuscolana, a Roma. Le cause dell’incendio non sono state chiarite e l’Istituto non ha fornito una lista ufficiale dei film persi ma dovrebbero esserne circa 500, molti dei quali rari e storici, difficilmente reperibili.
Si erano poi alzati i toni delle polemiche per una serie di consulenze approvate con eccessiva leggerezza, tra cui anche 4mila euro di compenso per la moglie Margaret Mazzantini ma soprattutto 570mila euro per «L’esecuzione del servizio di assistenza legale stragiudiziale, a consumo», oppure i 90mila euro di spese per la missione al Festival del Cinema di Venezia, nello stesso momento in cui non venivano rinnovati i contratti di 17 dipendenti.
Insomma, un ginepraio per Castellitto. «Semplicemente voglio tornare a fare il mio vero mestiere, che ho trascurato per più di un anno. Avrò certamente nostalgia, ma non rimpianti, perché insieme abbiamo realizzato cose di cui essere fieri», continua l’attore e regista. «Ho visto negli occhi di molti di voi scintille di entusiasmo per esservi sentiti apprezzati e riconosciuti nelle vostre singole competenze. E questo è sia un premio che un bel ricordo. Vi ringrazio per tutto il tempo speso insieme e per i consigli che mi avete dato. So che continuerete a lavorare sulla stessa traiettoria con identica onestà».
A comunicare di aver ricevuto le «Dimissioni irrevocabili» di Castellitto è stato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che così deve incassare un altro addio, dopo quello di Francesco Spano da Capo di Gabinetto. La Fondazione CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia è un’istituzione autonoma e, sebbene non sia direttamente parte del Ministero della Cultura, riceve finanziamenti pubblici per sostenere le sue attività. Nel 2024, il Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo ha assegnato 14,5 milioni di euro al CSC per le sue iniziative nel settore cinematografico. Inoltre, il CSC è coinvolto nel Progetto Cinecittà, un’iniziativa del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza volta a migliorare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano, con un costo complessivo di 300 milioni di euro.
«Accolgo con rammarico le dimissioni di Sergio Castellitto dalla Presidenza della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, esprimendo gratitudine e stima al presidente uscente», ha dichiarato il ministro, facendo comunque riferimento alla «Continuità» con la quale la Fondazione porterà avanti il lavoro intrapreso dal Consiglio di amministrazione già presieduto da Sergio Castellitto.
Eppure, suonano cupe – se non profetiche – le parole con le quali Castellitto ha scelto di chiudere la sua lettera: «Il Centro sperimentale è un luogo dove si studia, si promuove e si protegge l’arte cinematografica. Non consentite mai che diventi territorio di conquista per altri scopi. Vi voglio bene».
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