Jean-Luc Martinez, il vulcanico ex direttore del Louvre, è stato interrogato dalle autorità francesi lunedì mattina, nell’ambito di indagini sul traffico illecito di reperti antichi. Secondo quanto riportato da The Art Newspaper, Martinez è stato sentito dall’ufficio francese contro il traffico d’arte, l’OCBC, insieme al capo del dipartimento egiziano del Louvre, Vincent Rondot, e a Olivier Perdu, un egittologo di chiara fama. Perdu, che è stato rilasciato martedì sera senza accuse, ha spiegato di essere stato interrogato perché la Revue d’Egyptologie, rivista curata dallo stesso Perdu per la Società degli egittologi francesi, «Ha pubblicato un articolo scientifico nel 2019 sull’importanza storica di una stele che è stata venduta al Louvre Abu Dhabi». Infatti, come spesso accade in casi simili, l’indagine ha risvolti internazionali e gli inquirenti si stanno concentrando su una serie di oggetti venduti al Metropolitan Museum di New York e al Louvre di Abu Dhabi
Martinez ha lasciato la guida del Louvre di Parigi lo scorso anno, quando al suo posto è stata nominata Laurence des Cars, la prima donna a ricoprire tale incarico. Nell’ultimo anno del suo mandato, Martinez ha dovuto affrontare molte controversie, tra le quali quella riguardante la Salle des Bronzes, oggetto di lavori di restauro giudicati poco rispettosi non solo della storia del luogo ma anche del grande soffitto dipinto da Cy Twombly nel 2010. La querelle ha portato anche a un contenzioso con l’omonima Fondazione che cura l’eredità dell’artista. Eletto nel 2013, Martinez iniziò a lavorare nel Louvre già nel 1997, come curatore della sezione di sculture greche.
Nell’ambito delle indagini in corso, erano stati arrestati due antiquari: a marzo, il commerciante di Amburgo Roben Dib, accusato di frode e riciclaggio di denaro, nel 2020, il commerciante parigino Christophe Kunicki, con le accuse di associazione a delinquere, frode e riciclaggi, ma entrambi si dichiarano innocenti.
Secondo quanto ricostruito, Kunicki aveva venduto un sarcofago d’oro al Metropolitan, nel 2017, per 3,5 milioni di euro. Il museo ha restituito il reperto all’Egitto nel 2019, dopo aver scoperto che i documenti di provenienza, che affermavano che il sarcofago era stato legalmente esportato nel 1971, erano falsi. Gli inquirenti hanno successivamente scoperto che Dib era stato coinvolto nella falsificazione di quei documenti. Le autorità stanno esaminando altri nove oggetti venduti da Kunicki e Dib al Met o al Louvre Abu Dhabi, per un totale di circa 50 milioni di euro. Sebbene nessuno degli oggetti sia stato venduto al Louvre di Parigi, tutti gli oggetti acquistati dal Louvre Abu Dhabi – che ha la concessione di uso del nome fino al 2037 – devono essere approvati da una commissione governativa congiunta presieduta dal direttore del Louvre di Parigi che, all’epoca, era Martinez.
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