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Abbiamo visto il marmo bianco del Campidoglio, proveniente dalle cave della Virginia, esplodere in mille pezzi a seguito di attacchi di varia matrice, dai folli individualisti ai gruppi di terroristi, dai panzer dell’esercito nazista alle astronavi degli alieni. Il colle di Capitol Hill sommerso da tsunami di potenza incalcolabile, le scalinate percorse da orde di zombie barcollanti. Hollywood non ha mai mostrato troppo timore reverenziale, nel devastare i simboli della democrazia degli Stati Uniti a suon di effetti speciali. Quella del visivo, in particolare se scorre attraverso uno schermo, è un’abitudine che si può solo assecondare e così, oggi che le immagini dell’assalto al Campidoglio sono drammaticamente concrete, cristallizzate nel flusso della storia come quelle del muro di Berlino, della Guerra del Golfo, delle Torri Gemelle, le osserviamo sospendendo il dubbio, con un misto di terrore e meraviglia ma anche di aspettativa, come se si trattasse di una puntata di una serie tv o di un happening.