Nel corso del tempo, quella grande scritta rossa era diventata uno dei segni più riconoscibili del centro storico di Palermo ma, adesso, rischia di scomparire per sempre. Stiamo parlando di Uwe Ti Ama, opera realizzata nel 2007 dall’artista austriaco Uwe Jaentsch che, per 19 anni, ha fatto di Palazzo Mazzarino Merlo, antica residenza del profumiere genovese Girolamo Mazzarino, la sua casa-studio. Almeno fino al 2018, quando il Comune di Palermo notificò l’ordinanza di sgombero per occupazione abusiva.
In effetti, per Jaentsch, tutta la città era uno spazio creativo, un laboratorio a cielo aperto nel quale intervenire, anche in maniera provocatoria e divisiva, come nel caso di un’altra scritta della discordia, Si Vende, tracciata sul cartiglio della fontana di piazza Garraffello, asciutta da chissà quanto e recintata per il pericolo di crolli dei palazzi adiacenti, tanto meravigliosi e carichi di storia quanto gravati dall’incuria. Per qualcuno un atto vandalico, per altri un modo per accendere l’attenzione – anche mediatica – su una imperdonabile situazione di abbandono. E ora, la saga di Palermo e Jaentsch si arricchisce di un nuovo, non lieto capitolo: Palazzo Mazzarino verrà finalmente restaurato, nell’ambito di un progetto di riqualificazione dell’intera piazza nel cuore della Vucciria.
E chiaramente non c’è spazio per una scritta, per una traccia del contemporaneo che è comparsa su fotografie e su articoli di giornali, che si è impressa negli sguardi delle persone che affollano le vie del centro di Palermo. Perché la riqualificazione, in certi contesti, vuol dire semplicemente eliminare ciò che non è – o non sembra – adatto allo scopo, quale esso sia, una aleatoria idea di decoro oppure altri interessi ben più concreti. In alcune città , le opere di street art vengono tutelate e sono luoghi molto meno seducenti di Palermo, con tutto il rispetto per Port Talbot, città industriale del sud del Galles e famosa, oltre che per le sue acciaierie, anche per uno stencil di Banksy. Perché gli stencil e i murales, ormai, fanno parte dell’architettura urbana e un modo per integrarli in un progetto di restauro non dovrebbe essere poi tanto difficile da trovare.
Per il momento, le parti rimangono sulle loro posizioni. Sul suo blog, Jaentsch ha reso nota la lettera inviatagli dall’amministrazione condominiale di Palazzo Lo Mazzarino. La richiesta è chiara: «rimuovere la scritta in vernice rossa da Lei apposta entro il termine di 15 giorni dal ricevimento della comunicazione. In caso contrario, «la scritta sarà rimossa e danneggiata irrimediabilmente dalle maestranze, motivo per cui se ne declina ogni responsabilità ». L’artista ha pubblicato anche la sua risposta, scritta a mano, in grafia ampia e tonda, firmata insieme alla compagna Costanza Lanza di Scalea: «Visto che la Direzione Lavori del cantiere edile del condominio intende mettere mano al restauro del prospetto del Palazzo Lo Mazzarino – bene storico architettonico inserito nel PPE del Centro Storico di Palermo – è opportuno che la direzione dei lavori renda pubblico, con le relative approvazioni e pareri degli enti preposti che attestino il nulla osta ad intervenire sul prospetto del Palazzo Lo Mazzarino. Riguardo all’opera, conclude la lettera, mi tutelerò secondo la legge nelle sedi opportune».
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