C’è tempo fino al 30 novembre 2023 per rispondere alla call promossa da Sineglossa, nell’ambito del progetto European Digital Deal, cofinanziato dal programma Creative Europe. Incentrata sul complesso rapporto tra arte, tecnologia e verità, aperta ad artisti singoli o collettivi artistici, la call offre in totale 12 residenze, nei 12 Paesi delle organizzazioni partner del progetto. Sineglossa, unico partner italiano del programma, mette in palio 25mila euro e una residenza al Tecnopolo di Bologna, sede di alcuni tra i più potenti High-Performance Computers al mondo e punto di riferimento internazionale per Supercomputing, Big Data e AI. La residenza si svolgerà tra maggio e dicembre 2024.
Oltre al compenso previsto di 25mila euro, l’artista riceverà 10mila euro in beni dal partner Cineca Visit Lab, divisi come segue: 8mila euro per le consulenze di data scientists e informatici; 2mila euro per hardware, software e server. Altre consulenze e risorse tecniche sono offerte dai partner CINECA Visual Lab e Fondazione Bruno Kessler. Inoltre, un gruppo di esperti nei campi di etica dei dati, arte e design data-driven, debunking, Natural Language Processing, coinvolto da Sineglossa, farà attività di mentoring per l’artista vincitore della call, che potrà anche avere il supporto del gruppo Human Technology Lab del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università di Bolzano, composto da designer, psicologi, filosofi e informatici.
The enchantment of truth, L’incanto della verità: da questa suggestione parte la sfida lanciata da Sineglossa, che invita gli artisti a riflettere sull’era della post-verità, sulle sue conseguenze per i nostri valori democratici e sulla progettazione di sistemi che espongono questi rischi o vi reagiscono. «L’idea di lavorare con gli artisti sul tema della disinformazione nasce da una serie di riflessioni sviluppate da Sineglossa a partire dal romanzo La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni di Wu Ming 1, pubblicato nel marzo del 2021 da Edizioni Alegre», spiegano da Sineglossa. «Il romanzo, oltre a raccontare la difficile, disturbante e contorta storia di QAnon, delinea una fenomenologia del funzionamento mitico delle fantasie di complotto. Ovvero riconosce che le pratiche di debunking (contrasto alle false notizie) possono essere efficaci se contengono sia il fascino delle storie che il nocciolo di verità. Se, come afferma Wu Ming 1, sono necessari questi due elementi per una forma efficace di debunking, cosa succederebbe se ad assumere questa sfida fosse un’artista?».
Per declinare in diverse ipotesi questa domanda, si sono riunite diverse figure, esperte di intelligenza artificiale, arte digitale, tecnologia e spazio pubblico, come Wu Ming 2, Luca Baraldi, Ilaria Bonacossa, Sara Tonelli, Barbara Busi, per definire la sfida The enchantment of truth, pubblicata da Sineglossa nella call. L’invito a candidarsi è rivolto ad artisti che lavorano con qualsiasi media e affrontano la disinformazione – sia quella veicolata dall’IA, che quella sull’IA stessa – con dati affidabili, meraviglie e storie. L’uso dell’IA generativa, che sia testo, immagine, video, musica o altro, nell’opera d’arte, è un elemento di preferenza, così come la descrizione dei set di dati utilizzati. Al termine della residenza, l’artista dovrà produrre un’opera d’arte che sarà esposta in una mostra temporanea presso il Tecnopolo.
Per tutte le informazioni sulla call, si può cliccare qui.
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