La Fondazione Il Lazzaretto annuncia la open call 2024 del Premio Lydia all’arte contemporanea, dedicato ad artisti under 35 e a cura di Claudia D’Alonzo, con il contributo di Fondazione Lydia Silvestri. Anche quest’anno il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano è partner culturale del progetto e ospiterà la presentazione degli esiti finali.
Istituito nel 2018 per iniziativa della Fondazione il Lazzaretto di Milano, fin dalla sua prima edizione il premio è dedicato alla memoria dell’artista Lydia Silvestri, scultrice, allieva di Marino Marini, docente all’Accademia di Brera, che per anni ha avuto il suo atelier negli spazi dell’attuale Fondazione, animandolo con la sua incessante sperimentazione sulla materia. Dall’edizione 2023, a cura di Claudia D’Alonzo, docente e curatrice, il Premio Lydia si è distinto, dunque, come una riconoscimento alla ricerca artistica, andando a supportare un percorso di indagine della durata di sei mesi. Negli scorsi anni, il Premio è stato vinto da Beatrice Favaretto, Rachele Maistrello, Daniele Costa, Valentina Furian, Gaia De Megni, Chiara Enzo.
Per l’edizione 2024, i candidati, infatti, si confronteranno con il tema Sensing Beyond Human, Percepire oltre l’umano, al fine di esplorare e approfondire il ruolo dell’arte nel contesto di una crisi non solo ecologica ma anche sensoriale, citando il biologo David George Haskell. Obiettivo del premio, dunque, è sostenere un processo di ricerca che faccia emergere l’esistenza di un mondo fatto di intelligenze molteplici, radici comuni tra corpi percipienti, che voglia narrare alleanze sensoriali e destini interconnessi, necessari per la futura sopravvivenza su questo pianeta.
«In molte culture i coralli sono stati venerati come simboli del mondo non umano, oggi rappresentano le conseguenze della crisi climatica sulla biosfera», così si itroduce il tema del Premio Lydia 2024. «Raramente, tuttavia, si affrontano le questioni ecologiche dalla prospettiva dei coralli, interrogandosi su come i loro corpi percepiscano gli impatti ambientali legati all’innalzamento delle temperature. Gli organismi non umani sono spesso interpretati come indicatori passivi dei cambiamenti ambientali», continuano gli organizzatori.
«Le questioni ambientali sono spesso rappresentate attraverso i parametri quantitativi e indicatori coerenti con i linguaggi della chimica e della statistica. Queste prospettive e misurazioni sono essenziali. Al contempo, il vivente non è formato solo da molecole e specie conteggiabili ma di rapporti interconnessi tra esseri ed entità diverse e questi rapporti sono mediati dai sensi».
La call chiuderà il 24 maggio e l’esito sarà definito da una giuria di esperti formata, oltre che dalla stessa Claudia D’Alonzo, da Silvia Costa, regista e performer, Francesco D’Abbraccio, editore e artista, Chiara Nuzzi, curatrice e manager editoriale Fondazione ICA Milano, Diego Sileo, curatore PAC. L’artista avrà a disposizione un grant complessivo di 5mila euro per sviluppare la sua ricerca, che culminerà con un evento di restituzione pubblica realizzato in collaborazione con PAC nel 2025. Il grant sarà diviso in 3mila euro a titolo di rimborso delle spese necessarie allo svolgimento della ricerca (viaggio, ospitalità , attrezzature, compensi a professionisti ed esperti, materiali utili alla restituzione), e in 2mila euro lordi a titolo di artist fee.
Durante il periodo previsto dal bando per lo sviluppo della ricerca artistica, saranno
previsti incontri tra l’artista e Claudia D’Alonzo, curatrice del premio, Linda Ronzoni,
direttrice della Fondazione, e Diego Sileo, curatore PAC, atti a verificare lo stato di
sviluppo della ricerca, la validitĂ degli esiti intermedi e la loro coerenza con il progetto
espresso nella candidatura premiata e il tema dell’edizione 2024 del Premio. La ricerca dovrà avere inizio a partire da luglio 2024, quando sarà annunciata la candidatura vincitrice, e sarà conclusa entro gennaio 2025.
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