26 gennaio 2023

Queer Pandèmia: TWM Factory lancia una call per un nuovo libro

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Curatrici, critici, ricercatrici ma anche artisti, fotografe, illustratori: TWM Factory apre la call per raccogliere contenuti e idee per Queer Pandèmia, libro sulle contaminazioni artistiche d’altro genere

Aprire nuove possibilità di rappresentazione, attraverso idee da esprimere e diffondere in libro: da questa attitudine prende le mosse Queer Pandèmia, call per artist3 e autor3 under 36, promossa da TWM Factory, Associazione Culturale promotrice di “ULTRAQUEER”, la prima e più grande rassegna in spazi istituzionali di pratiche artistiche queer, con il supporto di Edizioni Tlon e BASE Milano.

È possibile partecipare alla call in qualità autoriale, presentando l’abstract di un saggio entro il 28 febbraio, o come artista, inviando la documentazione necessaria entro e non oltre il 26 marzo 2023. I lavori selezionati verranno pubblicati nel libro “QUEER PANDÈMIA – Contaminazioni artistiche di altro genere”, edito da Edizioni TLON e TWM Factory. Alcuni di essi potranno essere inoltre selezionati per la seconda edizione della mostra “ULTRAQUEER”, che si terrà nel giugno 2023 a BASE Milano durante il mese del pride.

Nello specifico possono partecipare artistз, designer, fotografз, architettз, illustratorз, e tuttз coloro che operano nelle arti visive, performative e dell’industria creativa e culturale, candidando una o più opere o un progetto, insieme al proprio cv e portfolio. Curatorз, criticз, ricercatorз e scrittorз, invece, possono partecipare presentando un loro testo critico, inoltrando un abstract dello stesso oltre al proprio cv. La call è rivolta a under 36 sul territorio nazionale e internazionale ma il 50% della selezione è riservato ad artistз e curatorз del Lazio.

«Vogliamo mostrare come le estensioni del corpo creino nuovi modi di fare mondo, traendo ispirazione dal regno animale, vegetale, alieno e cibernetico; opere che esprimano l’identità di una persona come una manifestazione esterna della stessa, quasi un’appendice, un’escrescenza del proprio corpo. Cerchiamo lavori inconsueti che rappresentino pratiche all’apparenza estranee e spaventose, dietro le quali si celano strumenti e mezzi per riuscire a conquistare uno spazio di rappresentazione nella società», spiegano gli organizzatori.

«Quando lo scorso anno abbiamo lanciato ULTRAQUEER, abbiamo riscontrato una forte partecipazione, sia all’interno che all’esterno della comunità LGBTQ+, in particolare dei giovani. Abbiamo sperimentato in prima persona l’esigenza collettiva di reclamare nuovi spazi di rappresentazione», ha dichiarato Nicola Brucoli, Presidente di TWM Factory. «Nel 2023 questa esigenza, se possibile, la avvertiamo in maniera ancora più forte. Nell’attuale panorama politico e sociale la comunità LGBTQ+, così come tutte le comunità minoritarie, affronta una progressiva erosione degli spazi e minacce che hanno pochi precedenti negli ultimi anni. Con Queer Pandèmia vogliamo raccogliere pratiche artistiche e spunti critici in un prodotto editoriale che sia testimonianza dell’inarrestabile fermento, intellettuale e artistico, dei “diversi”».

Carlo Settimio Battisti, co-curatore della mostra, ha chiarito il significato del nome Queer Pandèmia: «Oltre i significati più ovvi, la chiave di lettura è tutta nell’accento: abbiamo deciso di fare un esplicito richiamo al senso più antico del termine, dal greco “pan” (tutto) e “dèmos” (popolo), perché pensiamo che chiunque debba avere la “libertà di essere come si è”. Ovviamente abbiamo deciso di giocare sulla polisemia del termine, facendo un riferimento alla proliferazione dei generi e delle identità e alle storie di spazi e corpi. Si tratta di una linea vastissima che intendiamo esplorare in termini visivi, artistici e concettuali. Come squadra curatoriale siamo pronti alla sfida, che affronteremo con dei partner d’eccezione come Edizioni Tlon e BASE Milano.»

«Il nome è troppo provocatorio?», si chiede Lorenzo Sanchez, del team curatoriale: «Non credo. Usciamo da una stagione in cui, specie in campagna elettorale, qualsiasi minoranza è stata descritta come un errore, qualcosa da arginare. Ve le ricordate le devianze? Ecco, agiamo come la comunità LGBTQ+ fa da sempre: reclamando le etichette forgiate da chi vuole ferirci. A chi fa arte, attivismo e ricerca queer dico: venite e mostriamo insieme di essere una pazzesca e inarrestabile fucina di idee e pensiero. Il tempo in cui potevamo essere ridotte sistematicamente ai margini culturali è finito».

Per tutte le informazioni potete cliccare qui.

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