Quattro basiliche e una cattedrale. Da Ravenna a Roma, passando per Assisi, Firenze e Venezia. Ecco alcune delle chiese più belle d’Italia che custodiscono tesori inestimabili (qui le puntate precedenti della nostra rubrica Bellezza e Patrimonio).
Situata in uno degli stati più piccoli al mondo, la Basilica di San Pietro rappresenta il punto di incontro tra credenti e non, uniti dall’amore verso l’arte. Dotata di una bellezza maestosa, all’interno delle sue mura racchiude rare perle artistiche, tra le quali la “Pietà ” di Michelangelo Bonarroti, il Baldacchino di Bernini e la statua di Costantino, il rifacimento di un mosaico di Giotto “La navicella”, oggi visibile solo una parte originaria al 1300 mentre il resto è una fedele ricostruzione.
A parte le numerose opere conservate all’interno, la basilica stessa può essere considerata un’opera d’arte vera e propria, dove i migliori artisti dell’epoca presero parte alla sua costruzione. Forse non tutti sanno che spesso l’arte gioca con simmetrie e geometrie diverse, creando giochi ottici, proprio come avviene nella piazza di San Pietro. Posizionandosi in un punto preciso, è possibile ammirare come i filoni dei colonnati, da quattro diventino uno solo. Spostandosi anche di un solo passo, tale effetto svanisce. Questo è uno dei tanti segreti che nasconde la Basilica, sempre pronta per essere scoperta e ammirata.
Anche conosciuta come il Duomo di Firenze, è una dei simboli della città fiorentina. Il progetto della cattedrale venne affidato ad Arnolfo di Cambio, il quale iniziò i primi lavori intorno al 1296. Quello che forse gli dona tanta bellezza, è la scelta dei materiali utilizzati: marmi policromi di colore verde, bianco e rosso, che creano veri e propri giochi di colore, andando a donare eleganza all’edificio.
Famosa è anche la cupola disegnata e progettata da Brunelleschi, di dimensioni eclatanti e il Campanile di Giotto, posto in prossimità della cattedrale. Entrambe le strutture permettono la loro salita, premiando il turista con una visione panoramica della città di Firenze.
Luogo in cui sono conservate le spoglie del santo, la basilica è formata da due chiese sovrapposte costruite in momenti storici diversi. La chiesa superiore è caratterizzata da una facciata a capanna e un rosone centrale il quale le dona una bellezza semplice e pura. Oltre all’arte stessa, a volte è bene ricordare anche coloro che se ne prendono cura, grazie ai quali è possibile continuare ad ammirare le bellezze artistiche di tempi antecedenti. Questo è l’esempio del terremoto del 1997, che causò danni ingenti nella parte superiore, mandando in frantumi la maggior parte degli affreschi presenti all’interno, tra i quali alcuni capolavori di Giotto e Cimabue. Da soli pochi anni sono stati ultimati i lavori di restauro e gli affreschi riportati alla luce.
Insieme al campanile e alla piazza, costituiscono il pezzo forte e simbolo della città veneta. Edificio che si estende più in larghezza che in altezza, a causa del terreno sabbioso, dona un insieme di grandezza e maestosità . La facciata, risalente al XIII secolo, presenta inserti mosaici e di bassorilievi, ma per via delle varie ristrutturazioni e lavori, non è possibile collegare ad una sola epoca storica.
Le reliquie del santo sono conservate all’interno della Pala d’Oro, opera incredibile bizantina e veneziana che conta 255 pannelli smaltati d’oro e più di 2000 pietre preziose. Luogo sicuramente molto suggestivo è l’antica chiesa di San Marco, che è ora la cripta sotto il presbiterio della basilica attuale, visitabile di rado a causa delle inondazioni che caratterizzano la città di Venezia.
Come non bisogna giudicare un libro dalla copertina, così neanche una chiesa dalla sua facciata. La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo si trova nel centro della città di Ravenna e al suo interno nasconde dei piccoli tesori. La sua bellezza la si deve a Teodorico, il quale fece erigere la chiesa probabilmente all’uso di cappella palatina. La decorazione interna è caratterizzata da tre tipi di fasce mosaiche: la vita di cristo, figure di santi e profeti e, processioni di santi martiri e vergini, tutte accompagnate da uno sfondo dorato che ci porta verso una dimensione ultraterrena.
Nel 1919, invece, venne ricavato all’interno della navata sinistra uno spazio in memoria ai bombardamenti avvenuti anni prima, dedicato a tutti i caduti di guerra e non solo, alle chiese che negli anni sono andate distrutte a causa di tanta violenza. Le dodici tavole presenti, più che celebrarne la grandezza della guerra, sembra vogliano ricordare l’aspetto più umano di coloro che hanno aiutato i più deboli.
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