I cosiddetti paesi, luoghi da cui provengono molti e quasi tutti scappano, per poi tornarci, sono diventati negli ultimi anni sempre di più oggetto di potenziali mete di fughe del fine settimana e dei piccoli ponti. Grazie a iniziative artistiche che coinvolgono luoghi decentralizzati, lontani dai grandi agglomerati urbani, siamo invogliati a prendere parte alla vita del paese e a scoprirlo grazie a musei, iniziative, associazioni. Per la nostra rubrica Bellezza e Patrimonio, oggi scopriamo quelle realtà dove è possibile fermarsi, per riflettere e sentirsi parte di una comunità, frammentata ma in lenta ricostruzione.
Santarcangelo di Romagna, celebre per l’antica urbanistica medievale tra castello e borgo, offre numerose testimonianze artistiche dal medioevo all’Ottocento. Tra le opere più pregiate si può trovare il Polittico di Jacobello di Bonomo, capolavoro di stile tardogotico. Oltre al celebre museo archeologico, troviamo luoghi come il Museo Tonino Guerra, spazio espositivo che raccoglie diverse opere dell’artista romagnolo: sculture, quadri, ceramiche e arazzi. Il museo è piccolo ma suggestivo, tutto intorno si respira la magia e l’estro di un uomo che ha saputo ridisegnare gli spazi del territorio nei quali ha vissuto.
Restando in terra emiliano-romagnola, troviamo Dozza, borgo medievale a sud di Bologna, che oltre per la sua Rocca Sforzesca, è famoso per i murales colorati: passeggiare per il centro storico di Dozza infatti, è come immergersi in una galleria d’arte a cielo aperto, a testimonianza permanente della Biennale del Muro Dipinto, una manifestazione nata negli anni Sessanta che si svolge a settembre degli anni dispari; l’evento lascia in eredità a questa bella cittadina dei capolavori sempre nuovi, che si aggiungono a quelli già esistenti dando vita ad una straordinaria galleria d’arte.
Tra le più amate mete toscane, San Gimignano offre musei civici di ogni genere, tra cui spicca il palazzo comunale, dove è possibile ammirare i momenti fondamentali della committenza artistica sangimignanese: dalle presenze fiorentine e senesi della seconda metà del Duecento, alla grande stagione senese della seconda metà del Trecento. Spostandosi sul contemporaneo, la globale Galleria Continua, con sua scelta di localizzarsi a San Gimignano, ha favorito negli anni lo sviluppo di nuove forme di dialogo e simbiosi tra geografie inaspettate: rurale e industriale, locale e globale, arte del passato e arte di oggi, artisti famosi ed emergenti. Inoltre, l’associazione Arte Continua, con sede sempre in loco, è tra le poche a offrire iniziative di arte pubblica gratuite, coinvolgendo artisti nazionali e internazionali di alto profilo, soprattutto dopo la recente pandemia che ha palesato la necessità di incrementare l’offerta culturale in spazi aperti e non concentrati solo in grandi metropoli.
Sempre in Toscana, troviamo realtà outsider come Hypermaremma, festival che si svolge annualmente con l’obbiettivo di coinvolgere luoghi disseminati parte della Maremma, territorio d’eccellenza per la sua natura incontaminata e i borghi marinari, attraverso una costellazione di interventi artistici e musicali in luoghi iconici. Attraverso l’intervento di artisti contemporanei, invitati a relazionarsi con il territorio e la sua storia, viene proposta rilettura del paesaggio e delle atmosfere che hanno reso la Maremma una delle zone più attrattive per un turismo colto e per la sua comunità.
Borghi solitari come Peccioli, in provincia di Pisa, che dall’inizio degli anni Novanta si è proposto come museo diffuso in cui sperimentare un nuovo rapporto tra arte e progetto urbano, cercano di unire a una straordinaria vocazione di intervento su tutti i settori il potenziale simbolico e immaginativo dell’arte contemporanea. I progetti di arte pubblica disseminati nel territorio finiscono infatti per evidenziare una propria topografia secondo una triplice scala di intervento: paesaggistica, urbana, architettonica. Un luogo dove artisti noti come Hidetoshi Nagasawa, Vladimir Dubosarsky, Vittorio Corsini e Alicja Kwade si affiancano a giovani artisti dell’Accademia di Brera, in una cornice verde collinare di una Toscana fuori dai percorsi classici.
Similmente, su scala minore, addentratosi nella Toscana più autentica di Montelupo Fiorentino è possibile imbattersi in alcune opere d’arte realizzate appositamente per il luogo collocate per il progetto “Materia Prima” curato da Marco Tonelli: una mostra all’aperto di ceramica diffusa per Montelupo, che invita il visitatore ad uscire dal museo e ad ammirare non solo le opere, ma anche i luoghi di interesse della città dove importanti artisti italiani e stranieri hanno lavorato insieme ad artigiani e aziende locali per realizzare le loro opere. La vera novità del progetto risiede proprio nel connubio tra arte e industria.
In Liguria, Albissola Marina e Albisola Superiore sono entrambi celebri produttori della famosa ceramica albisolese. La produzione di ceramica inizia nel 1400 con le ceramiche “ingobbiate” e “graffite”, per poi proseguire negli anni con il susseguirsi degli stili che hanno reso famosa la ceramica locale, che è possibile ammirare in tutto il paese attraverso sculture e decori pavimentali. Il Lungomare degli artisti di Albisola Marina (definita “libera Repubblica delle arti” da Marinetti e per questo è divenuta simbolo dell’arte a cielo aperto) è un monumento lungo circa un chilometro che fu ideato nel 1963. Ospita le opere di artisti di fama mondiale come Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Agenore Fabbri, Lucio Fontana, Wifredo Lam, Aligi Sassu, Eliseo Salino e Asger Jorn.
Mondolfo nelle Marche, in provincia di Pesaro, con il progetto Mondolfo Galleria senza Soffitto, ha trasformato il paese dell’entroterra marchigiano – tra i Borghi più belli d’Italia – raccontando la storia e la memoria di questo luogo attraverso l’arte. L’iniziativa che vede coinvolti edifici pubblici, strade, muri, marciapiedi stazioni e musei comunali in un progetto di arte urbana permanente, a cura di Filippo Sorcinelli e dell’Associazione PAM – Pro Arte Mondolfo propone nel centro dell’affascinante borgo marchigiano un percorso fra le memorie storiche e sociali della città attraverso impressioni fotografiche permanenti affidate a Mario Giacomelli e interventi di street art.
Spostandosi al di fuori del “continente”, in Sardegna, regione chiave del muralismo italiano, Orgosolo rappresenta la “capitale” dei murales. La cittadina barbaricina ospita infatti nelle sue strade ben 150 dipinti murali che attirano ogni anno la curiosità di migliaia di turisti italiani e stranieri. Il primo murale a Orgosolo fu firmato nel 1969 da Dioniso, nome collettivo di un gruppo di anarchici. Pochi anni dopo, per onorare la Resistenza e la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, un insegnante senese e i suoi alunni della scuola media ne realizzarono altri, cui si aggiunse successivamente il contributo di diversi artisti e gruppi locali. I murales sardi oggi rappresentano una nuova forma di arredo urbano ma nella maggior parte dei casi mantengono inalterato il messaggio di un’arte collettiva e popolare indipendente e assestante.
Nelle Langhe, infine, la galleria Lunetta11 è una giovane realtà nata nel 2019 dalla volontà di Francesco Pistoi e Claudia Zunino di portare l’arte contemporanea in una antica borgata delle Langhe. Seguendo la tradizione di famiglia, Francesco Pistoi, figlio di Luciano Pistoi, critico d’arte nonché gallerista del Novecento, e Eva Menzio, gallerista di chiara fama, ha visto nell’Alta Langa un potenziale in quanto territorio decentralizzato ma dal respiro internazionale, dove portare avanti progetti espositivi nei luoghi più iconici del territorio: borgate, santuari, cappelle, chiese e palazzi, preservandoli e facendoli vibrare di nuova vita.
Citando il paesano per eccellenza, Cesare Pavese, «Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti», quindi non facciamoci aspettare e andiamo nei paesi, piccoli centri “non centri” da cui ripartire. Magari attraverso l’arte.
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