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Ca’ Rezzonico chiude per importanti lavori: riapertura a primavera 2023
Beni culturali
di redazione
Dal 24 ottobre, Ca’ Rezzonico, tra i palazzi più famosi di Venezia, tipico esempio di Barocco lagunare, affacciato su Canal Grande e sede Museo del Settecento Veneziano, chiuderà per importanti lavori di ristrutturazione, restauro e allestimento. Per ragioni di sicurezza il palazzo non sarà accessibile al pubblico fino alla primavera inoltrata del 2023. A eccezione delle chiusure legate alla pandemia, è la prima volta che accade dal 2001, quando Ca’ Rezzonico fu definitivamente riaperta dopo lunghi lavori di restauro, iniziati nel 1994. «A distanza di oltre vent’anni, è sorta l’esigenza di rinnovare il palazzo senza però intaccarne la magica atmosfera di museo d’ambiente, intervenendo secondo nuovi parametri di accessibilità, risparmio energetico e sostenibilità, temi oggi quanto mai attuali», fanno sapere da MUVE – Fondazione Musei Civici di Venezia, sotto la cui egida ricade la gestione dell’edificio storico.
In programma, il riallestimento degli spazi del piano terra adibiti ai servizi e all’accoglienza, compromessi a seguito dei danni provocati dall’acqua alta nel novembre 2019. In quest’ottica sono stati progettati nuovi spazi destinati alla didattica, con la riqualificazione dei bagni, della biglietteria e del bookshop.
I lavori al piano terreno del museo saranno realizzati grazie all’importante donazione di 450mila euro da parte di Coop, attraverso la campagna di sostegno dell’inverno 2019 a favore della città colpita dall’alluvione. I fondi raccolti attraverso la vendita dei prodotti a marchio Coop sono stati poi erogati attraverso il sistema dell’ArtBonus.
L’ex biglietteria verrà adibita a guardaroba con la razionalizzazione delle armadiature dove i visitatori saranno autonomi nella fruizione. Ciò permetterà di creare nell’attuale guardaroba un nuovo vano di accoglienza, una sorta di spazio-sosta che possa essere una anteprima del museo, spiegano da MUVE. Per quanto riguarda gli interventi si procederà eliminando il rivestimento a pavimento e sostituendolo con una finitura in pietra d’Istria, «Come chiara citazione del pavimento della corte esterna e come identificativo di un’area al piano terra che, pur essendo nobile e raffinata, non poteva replicare i preziosi pavimenti dei piani superiori». Verranno poi demolite le contropareti in cartongesso fino alla parte compromessa dall’acqua alta e si procederà poi alla ricostruzione. Stesso intervento sui controsoffitti ammalorati, che saranno ricostruiti facendo attenzione a creare un’illuminazione più coerente con la nuova sistemazione degli spazi.
A sua volta l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Musei hanno deciso di integrare questo finanziamento intervenendo anche ai piani superiori, sfruttando il periodo di chiusura della sede, per intervenire sull’illuminotecnica e procedere con manutenzioni straordinarie sul pavimento in terrazzo alla veneziana e su alcune parti del giardino.
«Quando un patrimonio come il nostro, fatto di 12 musei tra i più importanti di questa città, viene costantemente frequentato e vissuto, va ovviamente ristrutturato, mantenuto e migliorato, come ogni bene che si rispetti», ha commentato la Presidente dei Musei Civici, Mariacristina Gribaudi. «Per fare questo abbiamo bisogno del contributo privato: da quello che vive e lavora nel territorio, che quindi si sente parte del bene che dispone a quello internazionale che riconosce nel patrimonio italiano un patrimonio mondiale. Venezia e i suoi Musei ne sono un esempio perfetto».