Capitale cultura, cosa rimane a Procida? Il testimone a Bergamo e Brescia

di - 20 Gennaio 2023

Il “Man” di colore bianco dell’artista australiana Amanda Parer è seduto al centro del cortile d’onore del magniloquente Palazzo Reale di Napoli. Non è proprio un uomo, le sue forme sbozzate ricordano più quelle di un pupazzo. La posa è riflessiva, spirituale, sospesa, anche se rimane un oggetto di stoffa e aria. Gli allestitori lo stanno ancora gonfiando, ha ancora una piccola quota di movimento, di ondeggiamento che lo rende a tratti ciondolante, quasi vivo. E questo poche ore prima di diventare il simbolo, il lascito, l’immagine finale della cerimonia di chiusura di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, svoltasi nel Teatrino di corte del Palazzo e tra saloni ricolmi di arazzi, specchi, quadri e marmi pregiati.

Il patrimonio delle Italie

Presenti tutte le autorità che hanno contribuito a questo importante progetto, tra cui i sindaci di Procida e Napoli, Dino Ambrosino e Gaetano Manfredi, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il direttore di Procida 2022 Agostino Riitano, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e tante altre personalità della cultura e dell’informazione che hanno raccontato Procida 2022 con contributi, ricordi, dati ed emozioni. Infine il passaggio di testimone di Capitale Italiana della Cultura 2023 alle città di Bergamo e Brescia, rappresentate dai sindaci Giorgio Gori e Emilio Del Bono.

Prorio quest’ultimo ha ricordato una bellissima espressione del grande scrittore e poeta spagnolo Miguel de Cervantes, vissuto per anni nel nostro paese: “las Italias”, a dipingere quella complessità, quel tessuto sociale e urbano che ha unito idealmente le diverse comunità cittadine coinvolte in questi anni nei vari progetti di Capitale italiana della cultura.

Un concetto che trae nutrimento e ricchezza proprio dalla diversità delle nostre terre, solo apparentemente in contrasto con quel “patrimonio di cultura nazionale” a cui si richiama il presidente De Luca. Quest’ultimo infatti si è dichiarato fermo sostenitore di un’uniformità politica e organizzativa del Paese, necessaria per svolgere una funzione di protezione e di sostegno, di vero e proprio volano di sviluppo di quelle identità regionali e locali così diversificate, ma così ricche di storia e cultura, come sottolineato dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

La cerimonia a Palazzo Reale di Napoli

Quelle piccole comunitĂ  che, ha ricordato invece il sindaco di Procida, Dino Ambrosino, hanno mostrato capacitĂ  organizzative e imprenditoriali di altissimo livello, impegnate nel valorizzare i propri patrimoni artistici e paesaggistici come avvenuto a Procida grazie soprattutto al lavoro di collaborazione e al grandissimo coinvolgimento dei suoi abitanti.

Ed ecco, quindi, la nuova scommessa del 2023, accettata dai primi cittadini Gori e Del Bono e dai volontari venuti fin qui da Brescia e Bergamo, due città dalla vocazione industriale e manifatturiera, eppure dotate di una grande bellezza artistica e monumentale, attraverso cui soddisfare un turismo colto e prezioso, fornite come sono di percorsi, di «Enciclopedie urbane» attraverso cui «Camminare nei secoli».

Numeri ed esperienze di Procida Capitale della Cultura

Insomma un’Italia delle tante piccole e medie città ma vera e propria «Superpotenza culturale», come ricorda il ministro Sangiuliano, emozionato non solo nel ricordare la sua diretta tv ad aprile in prima persona della cerimonia di apertura di Procida 2022 con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma anche nel sottolineare la forza di questa isola, di questa gente, di questo luogo vero, abitato da persone vere, già raccontati in passato da Elsa Morante, da Massimo Troisi e capaci di raccogliere e vincere una sfida enorme, ciclopica: diventare punto di riferimento per i grandi flussi di turismo e per l’organizzazione eventi, raggiungendo un posizionamento e un riconoscimento internazionale invidiabile.

Piazza del Plebiscito illuminata dai colori di Procida Capitale della Cultura

Qualcosa che è stato possibile soprattutto grazie a quel bisogno, quella necessità di «Rammendare relazioni», come ricorda Agostino Riitano, direttore di Procida 2022, che, insieme ai suoi collaboratori, ha spinto al coinvolgimento di tutto il tessuto sociale dell’isola (2000 procidani coinvolti direttamente nei progetti su una popolazione di 10mila abitanti) attraverso nuovi schemi di relazione, di cooperazione, attraverso la responsabilità, «La consapevolezze del proprio agire, l’economia del dono circolare, del dare e del ricevere, attraverso la nascita e il potenziamento di intelligenze collettive», cittadine, isolane, locali e regionali. Ma che, al di là dell’altisonanza quasi letteraria delle premesse e dei modus operandi, hanno portato grandi risultati e benefici in termini economici e numerici.

A fronte di un investimento di 18 milioni, accumulato grazie a nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, con 300 giorni di eventi, 44 progetti culturali, 150 eventi con la partecipazione di oltre 350 artisti, 600mila cittadini temporanei sbarcati nel 2022, il fatturato medio delle aziende procidane è cresciuto tra il 2019 e il 2021 del 32,5%. Quelle che si occupano di attività artistiche e di intrattenimento del 45%, i trasporti del 39%. 3,4 miliardi di contatti (potential contact) per un impatto economico stimato in 33 milioni di euro (dati Mediability). E se “La cultura non isola” motto, refrain costante di questo anno procidano, è l’antropologo Marino Niola, curatore di “Abitare Metafisico” di Mimmo Jodice (una delle otto mostre che hanno impreziosito Procida 2022), a ricordarci come questo luogo meraviglioso quanto antico sia da sempre «Un centro di linee, di forme spaziali e sociali, antropiche e architettoniche, fisiche e metafisiche del Mediterraneo», mare segnato e disegnato dall’isole che accoglie nel su grembo.

Mimmo Jodice, Senza Titolo, 1998. Copyright Mimmo Jodice / courtesy Galleria Vistamare

Proprio “La cultura non isola” è il titolo dei sette cataloghi, editi da Artem, delle mostre di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, tra le quali “I Greci prima dei Greci” in collaborazione con il MANN – Museo archeologico nazionale di Napoli e “The Tending of the Otherwise” con la BJCEM – Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée. Un lascito, questo dell’arte, non solo immateriale ma che ha portato anche eredità durature, come la definitiva riapertura al pubblico del Palazzo d’Avalos, l’ex carcere dell’isola abbandonato da anni, che ha ospitato una delle esposizioni di arte contemporanea dal titolo “Sprigionarti”, sotto il matronato della Fondazione Donnaregina. Insomma una mole di esperienze, di lavoro, di dati, di idee che hanno portato una ventata di entusiasmo e di energia dal sud al nord, da Procida a Bergamo e Brescia, dal mare alla terraferma.

Il “Man” è ormai sotto la pioggia e il vento ma illuminato e saldo. Sembra che anch’esso abbia beneficiato di tutta questa elettricità, di questa energia che si avverte nell’aria. Sembra quasi pronto ad alzarsi e a incamminarsi per un lungo viaggio.

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