Grazie a un’indagine per evasione fiscale nei confronti di Cornelius Gurlitt, tra il 2012 e il 2014 si scoprì che il mercante d’arte e collezionista tedesco teneva in segreto un tesoro di opere d’arte acquisite dal padre in circostanze sospette, intorno alla metà del Novecento.
Rispettabile direttore di musei, Hildebrand Gurlitt, padre di Cornelius, diventò uno dei più importanti mercanti d’arte alle dipendenze dei nazisti con il compito di acquisire, in maniera più o meno lecita, opere d’arte in tutta Europa, per conto di Adolf Hitler. In un’epoca in cui arricchirsi era difficile per tutti, nelle casse del partito nazista entravano soldi ricavati dal commercio di opere d’arte spesso trafugate, requisite, acquistate a bassissimo prezzo dai legittimi proprietari. Hildebrand Gurlitt si recò a Parigi per acquisire opere d’arte per conto del Führer, alcune espropriate ai danni di diversi collezionisti ebrei, tra cui Paul Rosenberg, mercante d’arte e gallerista francese che si occupava di artisti del calibro di Matisse, Picasso e Braque.
Cornelius Gurlitt si ritrovò tra le mani tele firmate dai più importanti artisti dell’epoca e non solo: l’eredità del padre contava più di 1400 pezzi, grazie all’incarico che ricopriva per conto di Hitler poté tenere per sé un notevole numero di opere. Fatta luce su questo possedimento non proprio regolare, a seguito di diverse indagini, Gurlitt acconsentì perché si proseguisse con gli accertamenti per scoprire i veri proprietari del tesoro in suo possesso. Non solo: poco prima della sua morte, decise di affidare la sua collezione al Kunstmuseum di Berna, che ha collaborato con le autorità per ristabilire le giuste proprietà di questo grande patrimonio.
E così, pochi giorni fa, in Germania, il ministro della Cultura Monika Grütters ha potuto affermare di aver riconsegnato tutte le 14 opere della collezione Gurlitt identificate come saccheggiate. L’ultima opera riconsegnata è Klavierspiel, un disegno dell’artista tedesco Carl Spitzweg che in passato era stata affidata alla casa d’aste Christie’s secondo i desideri degli eredi dell’editore musicale ebraico Henri Hinrichsen, morto ad Auschwitz nel 1942.
Per il completamento di questa operazione si è avviato un processo d’indagine scrupoloso e graduale, che ha ricondotto ai legittimi proprietari solo 14 delle opere tra le numerose che possedeva Gurlitt, un piccolo passo ma comunque un buon risultato in nome di una giustizia storica e della responsabilità morale tedesca relativamente a uno dei periodi più bui dell’arte.
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…