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Firenze, la Stanza Segreta di Michelangelo apre al pubblico per la prima volta
Beni culturali
di redazione
Sembrava un semplice ambiente di servizio, una stanzetta di 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza, alta 2 metri e 50, usata come deposito di carbonella e poi dimenticata. E invece, sotto due strati di intonaco, nascondeva un’opera d’arte di pregio universale: una serie di disegni attribuiti a Michelangelo Buonarroti. E oggi, dopo 50 anni dal suo ritrovamento, quella che ormai è conosciuta come la Stanza Segreta di Michelangelo sarà finalmente accessibile al pubblico in maniera regolamentata, dalla Sagrestia Nuova, all’interno del Museo delle Cappelle Medicee, Firenze.
La collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e le luci di Mario Nanni
L’annuncio era già stato dato il 26 settembre 2023 dal Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, durante la conferenza stampa di presentazione della Nuova uscita del Museo delle Cappelle Medicee, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello diretto da Paola D’Agostino. «La conclusione dei lavori della Nuova Uscita e l’adeguamento del Museo delle Cappelle Medicee alle norme di sicurezza, consentiranno di aprire la stanza segreta di Michelangelo, luogo di fascino straordinario, ma delicatissimo per l’ubicazione dello stretto ambiente nel percorso museale e per la tutela dei disegni a carboncino presenti sulle pareti», ha spiegato Osanna.
A partire dal 15 novembre, sarà consentita la visita per gruppi contingentati di massimo quattro persone alla volta, in modo da proteggere i disegni e mantenere le condizioni necessarie alla conservazione delle opere. Il monitoraggio sarà condotto d’intesa con l’Opificio delle Pietre Dure. L’apertura sarà fatta in via sperimentale e le prenotazioni aperte fino al 30 marzo 2024, in via prudenziale. Il numero limitato di presenze per fasce orarie è dovuto alla necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio. E anche la stessa luce è d’autore: nel 2018, grazie alla collaborazione del Ministero della Cultura con Lottomatica, la nuova illuminazione a led della Stanza Segreta di Michelangelo fu affidata all’artista Mario Nanni, coadiuvato dall’architetto Maria Cristina Valenti, all’epoca ai Musei del Bargello.
«È stato un lungo costante e paziente lavoro che ha coinvolto diverse professionalità e desidero ringraziare tutto il personale dei Musei del Bargello che ha lavorato con me in questi anni per quest’obiettivo», ha spiegato Paola D’Agostino, che ha ringraziato, in particolare, Francesca de Luca, storica dell’arte e responsabile delle Cappelle Medicee e di Casa Martelli, e Benedetta Cantini, funzionario restauratore ai Musei del Bargello, e i colleghi dell’Opificio delle Pietre Dure.
La Stanza Segreta, un tassello decisivo nella vita di Michelangelo
La stanzetta, usata come deposito di carbonella fino al 1955, fu poi chiusa e dimenticata per decenni, sotto una botola coperta da armadi, mobili e suppellettili accatastate. La storia riprese il suo corso nel novembre 1975, quando Paolo Dal Poggetto, allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di compiere dei saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l’abside della Sagrestia Nuova, in occasione di un sopralluogo per la ricerca di uno spazio adeguato alla realizzazione di una nuova uscita del museo. Durante dei saggi sulle pareti, il restauratore si imbatté in una serie di disegni murali di figura nascosti sotto due strati di intonaco e tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti.
Fu dal Poggetto ad attribuirli, per la maggior parte, a Michelangelo, andando a completare un tassello della vita del grande artista. L’allora direttore ipotizzò che Michelangelo si fosse rifugiato nel piccolo ambiente nel 1530, quando il Priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta del papa Clemente VII, infuriato perché l’artista – durante il periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città – aveva militato come supervisore delle fortificazioni per il breve periodo di governo repubblicano (1527-1530). Ottenuto il perdono della famiglia, dopo circa due mesi – che secondo la ricostruzione dovrebbero collocarsi tra la fine di giugno e la fine di ottobre 1530 – Michelangelo tornò finalmente libero e riprese nuovamente i suoi incarichi fiorentini, fino a quando nel 1534 abbandonò definitivamente la città alla volta di Roma. I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Dal Poggetto furono realizzati durante il periodo di “auto-reclusione” dell’artista che avrebbe utilizzato i muri della piccola stanza per “abbozzare” alcuni suoi progetti tra i quali opere della Sagrestia Nuova, come le gambe di Giuliano de’ Medici duca di Nemours, citazioni dall’antico, come la testa del Laocoonte, e progetti riferibili ad altre sculture e dipinti.
Un potenziale evocativo unico
«Questo ambiente così piccolo è un vero unicum per il suo eccezionale potenziale evocativo. Le sue pareti sembrano contenere a stento numerosi schizzi di figura, in buona parte di formato monumentale, tracciati da segni che attestano una grande chiarezza progettuale», ha commentato Francesca de Luca, curatrice del Museo delle Cappelle Medicee. «A questi si accompagnano studi, variamente accurati o sommari, di dettagli anatomici, di volti, di pose inconsuete. Non in tutti i disegni è avvertibile la stessa sostenuta tensione qualitativa della grafica di Michelangelo, che secondo la ricostruzione di Paolo dal Poggetto, scopritore di queta stanza nel 1975, qui si sarebbe potuto esercitare nel 1530 durante la sua latitanza per salvarsi dall’ira di papa Clemente VII Medici dovuta alla sua attività di responsabile delle fortificazioni presso il governo repubblicano, che aveva espulso la famiglia nel 1527. Tuttavia questo luogo permette ai visitatori di oggi l’esperienza unica di poter entrare in contatto diretto non solo con il processo creativo del maestro, ma anche con la percezione della formazione del suo mito di divino artista, preso a modello dai colleghi contemporanei e dai giovani iscritti all’Accademia delle arti del Disegno, di cui Michelangelo fu nominato “Padre e Maestro”, che nel 1563 stabilì la sua sede in Sagrestia”».
Stanza segreta di Michelangelo, modalità di accesso
La stanza segreta sarà accessibile esclusivamente su prenotazione, a un massimo di quattro persone a gruppo accompagnato, fino ad un limite di 100 persone la settimana. Sarà aperta il lunedì (alle 15, 16:30 e 18), il mercoledì (alle ore 9, 10:30, 12, 13:30, 15, 16:30, 18), il giovedì (alle ore 9, 10:30, 12, 13:30, 15), il venerdì (alle ore 15, 16:30 e 18) e il sabato (alle ore 9, 10:30, 12, 13:30, 15, 16:30, 18).
La permanenza massima all’interno della stanza sarà di 15 minuti, accompagnati dal personale di vigilanza del Museo. Dal momento che per accedere all’ambiente è necessario scendere una stretta e angusta scala, la stanza non è accessibile ai disabili e, per ragioni di sicurezza, ai minori di 10 anni.
Il biglietto di ingresso avrà un costo di 20,00 euro a persona (2,00 euro i ridotti; gratuito per i minori di 18 anni) a cui si andranno ad aggiungere i costi della prenotazione obbligatoria (3 euro) e il prezzo del biglietto di ingresso al Museo delle Cappelle Medicee (10 euro intero, 3 euro ridotto fino al 15 dicembre 2023). Un totale di 30,00 euro più la prenotazione obbligatoria per i biglietti interi e 5 euro più i 3 euro di prenotazione obbligatoria per i ridotti.