Fino a 16 anni di reclusione per chi devasta o saccheggia musei, archivi, siti archeologici, monumenti e anche beni paesaggistici. A rischio carcere anche chi viene sorpreso con il metal detector nelle aree di rilevanza archeologica. Pene più pesanti per furto o possesso illegale di opere d’arte e l’introduzione di aggravanti quando l’oggetto di reati comuni sia un bene culturale. Sono alcune delle misure previste del provvedimento recentemente approvato dal Parlamento e da tradurre in legge, in merito ai reati riguardanti il patrimonio culturale italiano.
La legge ricalca il testo già presentato durante la scorsa legislatura dal ministro Franceschini e dal ministro del lavoro Andrea Orlando e mette in pratica la tendenza all’inasprimento sanzionatorio prevista dalla Convenzione di Nicosia del Consiglio di Europa, ratificata anche dall’Italia. In sostanza, si collocano nel Codice penale, con un titolo espressamente dedicato, gli illeciti penali che prima erano ripartiti tra Codice penale e Codice dei beni culturali. In particolare, il provvedimento inserisce nel codice penale un nuovo titolo, dedicato ai reati contro il patrimonio culturale, composto da 17 nuovi articoli.
«Un grande passo in avanti nella tutela e nella protezione del patrimonio culturale e nella lotta al traffico illecito di opere d’arte», ha dichiarato il ministro della cultura, Dario Franceschini. «Il Parlamento ha approvato definitivamente una legge attesa da anni che ribadisce la centralità della cultura nelle scelte politiche italiane, indipendentemente dagli schieramenti».
Introdotti, dunque, nuovi reati, come quello specifico di “furto di bene culturale”, per il quale sono previsti da 2 a 6 anni di carcere, da 4 a 10 se in presenza di altre aggravanti. Previsto anche il reato di “illecita detenzione” di bene culturale, punito con la reclusione fino a 8 anni e con multe fino a 20mila euro, per chi acquista un’opera conoscendone l’illecita provenienza. Incrementate quindi anche le pene per atti di ricettazione e riciclaggio legati all’arte, punite rispettivamente con il carcere fino a 10 e a 14 anni.
Inasprite le pene su tutta la filiera, dai falsari, agli autori di false perizie, agli intermediari che immettono il falso in commercio. Fino a 4 anni per chi esporta un bene senza il permesso dello Stato. Punito pure il possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli in aree archeologiche. Estesi anche gli strumenti di indagine: saranno infatti possibili arresti in flagranza di reato, oltre che i processi per direttissima e le intercettazioni anche per i reati contro il patrimonio. Gli ufficiali di polizia giudiziaria degli organismi specializzati nel settore dei beni culturali potranno anche svolgere attività sotto copertura per contrastare il traffico illecito.
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