Categorie: Beni culturali

Gli Stati Uniti hanno restituito 200 reperti archeologici all’Italia

di - 24 Dicembre 2021

Un bel regalo di Natale, dagli Stati Uniti all’Italia: nell’ambito del più grande accordo di restituzione stretto tra i due Paesi, circa 200 reperti archeologici, tra vasi dipinti, busti in marmo, sculturine in ceramica e anche l’antica statua romana transitata per la collezione di Kim Kardashian, sono tornati nel nostro Paese. Il valore complessivo degli oggetti, confiscati dalle autorità statunitensi nell’ambito di una serie di indagini su acquisizioni illecite e vendite poco chiare, ammonta a 10 milioni di dollari.

Secondo gli inquirenti, circa 160 potrebbero risalire a un unico antiquario di Roma, Edoardo Almagià, sospettato di essere a capo di una complessa rete di contrabbando ma che, a causa dei termini di prescrizione, difficilmente dovrà affrontare accuse penali. Almagià è accusato, tra l’altro, di aver ingaggiato tombaroli per saccheggiare e trasportare illegalmente centinaia di manufatti negli Stati Uniti nel corso degli ultimi 30 anni, compilando anche moduli doganali falsi. Secondo quanto riportato dal New York Times, Almagià ha negato tutte le accuse e ha minimizzato la gravità delle violazioni.

Peraltro, lo stesso Almagià è stato già assolto in un altro caso di contrabbando, nel 2012, ma la sentenza riconobbe comunque il suo ruolo nel traffico illegale di antichità. «Ci sono migliaia di reperti che viaggiano per il mondo senza documenti e in passato è sempre stato così», ha dichiarato Almagià a TGCom24. «Solo ora le normative italiane e americane sono diventate più stringenti», ha continuato l’antiquario. Tra i documenti depositati nell’ambito dell’inchiesta, anche un “Libro Verde”, un libro mastro in cui l’antiquario elencava scrupolosamente le antichità vendute e tutti i passaggi di denaro, dal costo per assoldare il tombarolo al prezzo pagato dall’acquirente. Le voci annotate sul libro sono circa 1700.

Alcuni musei, come il Cleveland Museum of Art, hanno acquistato oggetti direttamente da Almagià, che ha vissuto a New York tra il 1980 e il 2006. Altri provenivano da gallerie e collezioni private di New York, tra le quali anche quella di Kim Kardashian, che era in procinto di acquistare un’antica statua romana, che però fu trattenuta dalla dogana statunitense, nel 2016. Quasi la metà degli oggetti restituiti proviene dal Museo di arte greca, etrusca e romana della Fordham University. Il museo è stato aperto nel 2007 presso la Biblioteca Walsh dell’istituzione, che prende il nome dall’ex alunno e collezionista William D. Walsh, che donò alla sua università la sua collezione di antichità, acquisita in gran parte da Almagià, per un valore di quasi 2 milioni di dollari. Le autorità sostengono che Walsh, morto nel 2013, non fosse a conoscenza delle azioni illecite dell’antiquario romano.

«Per anni prestigiosi musei e collezionisti privati ​​negli Stati Uniti hanno messo in mostra questi tesori storici italiani, anche se la loro stessa presenza in America costituiva una prova di crimini contro il patrimonio culturale», ha affermato in una nota il procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus R. Vance. Dopo aver esaminato le prove contro Almagià, i collezionisti e le istituzioni coinvolte hanno consegnato volontariamente i manufatti.

160 reperti sono tornati a Roma la scorsa settimana, mentre altri 40 saranno in mostra al Consolato italiano di New York fino a marzo 2022. «È motivo di grande soddisfazione vedere anni di cooperazione bilaterale tra le autorità italiane e americane, e in particolare tra la Procura distrettuale di Manhattan, le Investigazioni per la sicurezza interna e i Carabinieri, che hanno portato al ritorno in Italia di centinaia di preziose antichità», ha affermato il Console italiano, Fabrizio Di Michele. «Abbiamo selezionato alcuni di questi manufatti per una mostra speciale al Consolato e all’Istituto Italiano di Cultura, al fine di mettere a disposizione del pubblico di New York alcuni di questi capolavori, prima della loro consegna a il nostro Ministero della Cultura».

Un bel risultato per il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, guidato dal generale Roberto Riccardi, che dal 1969, anno della sua istituzione, ha recuperato più di 3 milioni di reperti trafugati.

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