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Casino dell’Aurora, i Carabinieri intervengono per sfrattare la principessa
Beni culturali
di redazione
Alla fine, è arrivato il giorno fatale: nella mattinata di oggi, 20 aprile, i Carabinieri di Roma hanno forzato la porta laterale destra del Casino dell’Aurora, per eseguire il provvedimento di sfratto ai datti della principessa Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi, che aveva rifiutato di lasciare l’antica residenza nobiliare, dove si trova l’unico esempio di pittura murale di Caravaggio. Sul posto anche Bante Boncompagni Ludovisi, figlio di primo letto del principe Nicolò, scomparso l’9 marzo 2018, per il quale la residenza va chiusa e sottoposta a lavori di restauro.
«La terza moglie di mio padre continua ad affittare l’immobile e a tenersi i soldi. Siccome i soldi sono anche miei, questo non è assolutamente possibile», ha spiegato Bante Boncompagni Ludovisi, raccontando come la principessa sia stata richiamata più volte dal magistrato: «Gli avvocati di lei mentono quando dicono che lei non affitta perché io ho colto un gruppo di ben 40 persone che entravano pagando 35 euro a persona, senza una copertura assicurativa specifica dell’immobile». La donna però ha sempre rigettato tutte le accuse, rivendicando il suo diritto ad abitare nella dimora: «È stata la più brutta esperienza della mia vita, ma la verità verrà fuori», ha dichiarato la principessa Rita, lasciando la residenza insieme ai suoi quattro barboncini bianchi.
Rita Jenrette vive da 20 anni nella villa che apparteneva al marito. Nel testamento, il principe aveva indicato la donna, terza moglie, come avente diritto ad abitare nella villa. Ma i figli hanno contestato la decisione, dando vita a una lunga battaglia legale. Alla fine, l’accordo è stato mettere la villa in vendita. Ma da una base da record di 471 milioni di euro, 170mila euro al metro quadro, dopo cinque aste andate deserte – l’ultima delle quali lo scorso 12 gennaio, tramite il sito di aste online Fallco – si è scesi a 145 milioni. Era stata lanciata anche una petizione online, firmata da 34mila persone e indirizzata all’allora Ministro della Cultura, Dario Franceschini, per chiedere l’intervento dello Stato e l’esercizio del diritto di prelazione. Qualora la dimora se dovesse trovare un acquirente, lo Stato italiano, che gode del diritto di prelazione, avrebbe la possibilità di pareggiare il prezzo di acquisto.
Il Casino è l’unico edificio superstite dell’antica Villa Ludovisi, edificata nel ‘600 per volere del cardinale Ludovico Ludovisi. Nei suoi ambienti si trova non solo la misteriosa raffigurazione di “Giove, Nettuno e Plutone” realizzata da Caravaggio tra il 1597 e il 1600 per il cardinal Del Monte, ma anche l’affresco del Guercino, capolavoro risalente al 1621, con il leggiadro volo del calesse dell’Aurora trainato da due cavalli. Secondo una valutazione del professore Alessandro Zuccari, la volta della Sala dell’Aurora è valutata oltre 52 milioni di euro, quella della Sala della Fama circa 37 milioni e la Stanza dei Paesaggi, detta anche del Camino, ha un valore di 30,9 milioni. La pittura di Caravaggio, invece, potrebbe valere fino a 310,8 milioni.
E ci sono poi decorazioni, opere di straordinaria fattura architettonica, tra cui un corpo scala a rampa elicoidale, ma anche sculture sparpagliate tra il giardino e gli edifici, molte delle quali acquistate dallo Stato italiano già nel 1901 ed esposte oggi nelle sale di Palazzo Altemps, a Roma.
Per il momento, la residenza rimarrà chiusa, i fabbri, su ordine del giudice, hanno cambiato la serratura.