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I presepi storici di Genova. Intervista a Giulio Sommariva
Beni culturali
di Silvia Conta
A Genova nei secoli si è sviluppata una tra le principali tradizioni legate alla rappresentazione della Natività, sia nelle figure che nell’allestimento, e ogni anno il capoluogo ligure dedica una serie di iniziative a questo patrimonio storico-artistico.
Giulio Sommariva, Conservatore del Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti e Direttore dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, è tra i massimi esperti di presepi storici genovesi, e ci ha accompagnati alla scoperta delle peculiarità della tradizione presepiale ligure.
Le visite ai presepi
«Il programma “Il Tempo dei Presepi”, che valorizza la ricca tradizione presepiale genovese, offre numerose e suggestive proposte: allestimenti di presepi storico-artistici d’eccellenza nazionale, tradizionali, scenografici, paesaggistici, meccanici, antichi, moderni, viventi in costumi barocchi e tradizionali; concerti di musica sacra, classica, barocca e tradizionale; itinerari tematici, visite e tour guidati, mercatini natalizi e tante altre iniziative.
La pagina del sito dedicata alla rassegna offre indicazioni sulle modalità di visita dei diversi presepi allestiti nelle chiese e negli oratori genovesi
Inoltre, alcuni presepi sono inseriti nel programma dell’evento online “Le Chiese dei Palazzi dei Rolli”, protagonista del Natale 2020: una rassegna di spettacolari video inediti dedicati allo splendore delle chiese genovesi e ai loro capolavori», ha spiegato l’organizzazione.
Intervista a Giulio Sommariva
Ogni anno date vita a iniziative per permettere al pubblico di apprezzare la tradizione del presepe genovese. Quali sono le iniziative più singolari che proponete in questo Natale anomalo?
«Tra i presepi allestiti in uno spazio molto aperto vorrei segnalare quello realizzato nel Palazzo della Regione Liguria, con bellissime figure settecentesche che provengono dal grande presepe conservato nel santuario genovese di Nostra Signora del Monte. La scenografia, realizzata da allievi dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, si ispira al fenomeno delle cosiddette “vues d’optique”, stampe raffiguranti vedute di grandi città europee, edifici, interni di chiese, giardini barocchi, incise ad acquaforte e colorate a mano con tinte spesso non naturalistiche, che creavano forti contrasti cromatici.
Quest’anno inoltre i Presepi sono presentati anche nel progetto “Le Chiese dei Palazzi dei Rolli”, con tre video inediti, uno dei quali è relativo proprio al Presepe del Santuario del Monte e al presepe dell’Accademia Ligustica».
La tradizione del presepe genovese è tra le più antiche. Quali sono le sue radici storiche?
«Il presepe a Genova copre un arco temporale molto ampio, che va dagli inizi del Seicento ai primi decenni del XIX secolo. La notizia più antica risale al 1610, quando nella chiesa di Nostra Signora di Monte Oliveto, presso Pegli, fu esposto per la prima volta un presepe con figure a manichino ligneo articolato e rivestito con abiti in tessuto. La cronaca del monastero specifica anche che, mutando gli abiti delle figurine, dopo la rappresentazione della Natività i religiosi avevano dato vita ad altre scene: Adorazione dei Magi e Presentazione al Tempio.
Un documento straordinario perché documenta la scansione temporale del presepe, da Natale alla Candelora, secondo una consuetudine diffusa in tutti i paesi dell’Europa cattolica nel XVII secolo».
Quali sono le peculiarità della tradizione presepiale genovese?
«La tradizione comprendeva due tipologie ben definite: statuette scolpite a tutto tondo in legno e policromate e figure a manichino ligneo articolato, parzialmente policromato, rivestito con abiti in tessuto.
La struttura del manichino era assai semplice: testa e busto venivano intagliati in un unico blocco di legno; alla testina venivano poi applicati, piccoli occhi in pasta vitrea, rifiniti con palpebre in stucco. Sul tronco venivano innestati gli arti, dotati di snodi alle spalle, ai gomiti al bacino ed alle ginocchia.
Successivamente il manichino veniva completato dall’intervento del coloritore, al quale era affidata la stesura della policromia che doveva specificarne ulteriormente il carattere del personaggio. Ogni figura veniva poi vestita in modo adeguato per enfatizzarne il ruolo: le vestiture dei pastori e dei popolani rispecchiavano realisticamente le varietà dell’abbigliamento delle classi meno abbienti e si articolavano secondo una grande varietà di fogge, colori e tessuti».
Quali sono le maggiori differenze del presepe genovese rispetto a quello delle altre grandi tradizioni presepiali nazionali?
«La differenza più evidente si ritrova proprio nelle figure dei protagonisti della scena della Natività. La Madonna, infatti, indossa una veste bianca o rossa di foggia seicentesca spagnola, impreziosita da collari in pizzo, da raffinatissimi ricami e da galloni in filo dorato e un manto azzurro altrettanto prezioso. Sul capo poi porta una corona in argento sbalzato e traforato. L’immagine trae certamente ispirazione dalla proclamazione della Madonna “Regina di Genova”, avvenuta nel 1637, cerimonia che aveva determinato la diffusione di una nuova iconografia della Vergine. Allo stesso modo San Giuseppe indossa un abito talare violaceo con fascia in vita e mantello giallo.
Non manca mai, poi, la figura del mendicante zoppo, dalla intensa accentuazione patetica, che si appoggia alla stampella».
Tra i preziosi e rari presepi conservati a Genova c’è un delicatissimo presepe di cera, può parlarcene brevemente? In che occasioni viene esposto al pubblico?
«Si tratta di un manufatto particolare, realizzato da Johan Baptist Cetto, ceroplasta bavarese di origine italiana (Mainz 1671-Tittmoning 1738), il quale con una tecnica virtuosistica era solito rappresentare minuscole scene di argomento storico o biblico, assai ricercate dai più raffinati collezionisti di tutta Europa. Modellato in cera bianca, e per questo ritenuto un tempo un capolavoro di intaglio in avorio, il presepe presenta una scena molto ricca, con figurine a tutto tondo, i ruderi di un tempio, alberi, arbusti e un paesaggio lacustre in lontananza in un contenitore dalle dimensioni lillipuziane, che misura mm. 84 x 62 x 16 di profondità.
Proprio per la sua estrema delicatezza viene esposto solo nel periodo natalizio, di solito dall’8 dicembre al 2 febbraio».
Tra i video disponibili online, può suggerircene un paio che riguardano presepi particolarmente significativi?
«Certamente un bel video realizzato dalla Provincia di Genova che illustra il presepe allestito nel 2013 in una delle sale della Galleria di Palazzo Rosso, con figure provenienti dalle ricchissime collezioni dei Musei Civici genovesi (che potete trovare qui).
“I presepi di Genova”, realizzato dall’Ufficio Comunicazione e Promozione della Città del Comune di Genova nel 2016 (che potete vedere qui). O ancora quello realizzato quest’anno dal Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, “Un’opera alla ribalta. Speciale Natale” (qui sotto), per illustrare al pubblico il piccolo presepe di cera, non visibile quest’anno a causa della chiusura dei musei».