Secondo quanto riportato dal Daily Mail, George Osborne, presidente del British Museum ed ex Cancelliere dello Scacchiere (cioè Ministro delle finanze), avrebbe aperto al prestito a lungo termine dei Marmi del Partenone alla Grecia. Come ricostruito dal quotidiano greco Ta Nea, Osborne e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis avrebbero partecipato a un incontro in un hotel di Knightsbridge, a ovest di Londra, all’inizio di dicembre 2022, per discutere della sorte delle sculture, dando seguito a una trattativa che si trascina da anni ma che, negli ultimi tempi, ha fatto registrare delle svolte importanti.
Poche settimane fa, è stato addirittura Papa Francesco a prendere l’iniziativa, promettendo di donare tre frammenti custoditi nei Musei Vaticani a Sua Beatitudine Ieronymos II, l’arcivescovo cristiano ortodosso di Atene e della Grecia, «Un segno concreto del suo sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico sulla via della verità». Ma la tormentata vicenda iniziò nel 1810, quando lo scozzese Thomas Bruce, VII conte di Elgin, portò in Gran Bretagna i raffinatissimi pezzi del Fregio che ornava il Partenone sull’Acropoli di Atene, che in quell’epoca, come tutta la Grecia, era sotto il controllo della Sublime Porta dell’Impero Ottomano. I marmi furono esposti al British Museum nel 1816 e da allora rappresentano il fulcro delle collezioni del museo londinese. Ma le discussioni sulla legittimità del “prelievo” – o spoliazione – sorsero subito e sono proseguite senza interruzioni fino a oggi.
La linea del British Museum è sempre stata di resistenza ma ormai, considerando anche gli esiti degli altri processi di restituzione di reperti e manufatti trafugati illegalmente oppure ottenuti in condizioni di evidente disparità. È il caso, per citare quello più eclatante subito dopo i Marmi del Partenone, dei Bronzi del Benin, saccheggiati, nel 1897, dalle truppe britanniche durante una incursione nel Regno del Benin, corrispondente all’attuale Nigeria. I preziosi reperti furono poi dispersi ed esposti nei musei di tutto il mondo ma, negli ultimi anni, le istituzioni non solo culturali hanno avviato le procedure per la legittima restituzione: a fine dicembre 2022, il Ministro degli Esteri tedesco ha consegnato al suo omologo nigeriano 21 Bronzi del Benin, mentre a fine novembre, l’Horniman Museum di Londra ha consegnato ai funzionari nigeriani 72 oggetti.
Le leggi attuali impediscono la rimozione di manufatti storici dal British Museum e dal Governo non ci sono segnali che indicano la possibilità di un cambiamento. A dicembre, il segretario alla cultura Michelle Donelan aveva affermato che la restituzione dei Marmi del Partenone ad Atene avrebbe aperto una «Strada molto pericolosa e scivolosa», per la creazione di un precedente in grado di innescare un’ondata di richieste da vari Paesi per la restituzione dei tanti altri manufatti in Gran Bretagna. Una posizione che sembra voler coprire la classica coda di paglia. Dello stesso avviso anche il portavoce ufficiale del Primo Ministro, che ha ribadito l’intenzione di non voler cambiare la legge che impedisce la rimozione di oggetti dalla collezione del British Museum, se non in determinate circostanze. Ma, sempre secondo le leggi inglesi, le sculture del Partenone sono di proprietà degli amministratori del museo e indipendenti dal governo.
A quanto pare, Osborne avrebbe avviato i negoziati per un prestito a lungo termine, che consentirebbe la restituzione ad Atene di alcuni dei marmi, in cambio di altri manufatti culturali. Insomma, le preziose sculture realizzate dal mitico Fidia rimarrebbero comunque di proprietà del British Museum ma è facile immaginare che il governo greco farà di tutto per cambiare anche questa clausola di fondamentale importanza.
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