13 gennaio 2025

Il cuore verde del Colosseo, un patrimonio naturale da proteggere

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Il Parco del Colosseo rappresenta un patrimonio naturale, con 40 ettari di estensione e migliaia di alberature: in programma interventi di manutenzione sui pini dell’Arco di Tito

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Il cuore antico di Roma è anche uno dei suoi più importanti polmoni verdi: il Parco Archeologico del Colosseo, che abbraccia il Foro Romano e il Palatino, rappresenta un perfetto equilibrio tra vestigia storiche e patrimonio naturale. Con oltre 40 ettari di estensione, il Parco custodisce una vegetazione mediterranea spontanea che si intreccia ai grandi alberi piantati nei secoli per evocare lo spirito degli antichi giardini imperiali e degli Horti Farnesiani rinascimentali, che impreziosirono il Palatino in epoche diverse. Questa armoniosa convivenza è stata immortalata in iconiche cartoline ma anche in suggestive pitture da granti artisti come Joseph Mallord William Turner e Jean-Baptiste Camille Corot, contribuendo, nei secoli, a caratterizzare in maniera unica il fascino della Città Eterna.

Nel Parco sono presenti oltre 1260 grandi alberature, tra cui 104 pini che hanno superato i cento anni di età: veri e propri “monumenti verdi” che testimoniano la cura costante dedicata a questo patrimonio naturale. La maggior parte di essi appartiene alla specie Pinus pinea, i tipici pini mediterranei introdotti tra il 1907 e il 1925 da Giacomo Boni, allora direttore degli scavi del Foro Romano e del Palatino. Quest’area è stata scelta come habitat da una nutrita fauna di piccoli mammiferi, rettili, insetti e uccelli.

Sin dalla sua istituzione, il Parco Archeologico del Colosseo ha perseguito la doppia missione di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e naturale, promuovendo iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale, mitigare l’inquinamento e preservare ecosistemi e biodiversità. Tra i progetti di rilievo spicca “L’olio del PArCo”, realizzato in collaborazione con Coldiretti: i frutti dei circa 200 ulivi presenti vengono raccolti per produrre l’Olio del Palatino, un pregiato extravergine d’oliva ottenuto da alberi non trattati. Inoltre, nella storica Vigna Barberini, risalente all’epoca rinascimentale, è stato reintrodotto un antico vitigno autoctono, la cosiddetta uva pantastica, da cui si ricava il vino Bellone, coltivato ancora oggi nei territori circostanti Roma.

Ovviamente, per mantenere questa armonia tra paesaggio naturale, archeologia e antropizzazione, è necessaria una cura costante e attenta. Tra gli interventi programmati per la cura del verde, nei giorni 13, 14 e 15 gennaio 2025, il Parco archeologico del Colosseo effettuerà un intervento di potatura dei tre pini monumentali situati presso l’Arco di Tito, che segnano indelebilmente il paesaggio dell’area archeologica centrale di Roma. I tre pini oggetto dei lavori sono tutti di notevole altezza – 26,09, 22,39 e 25,75 metri – e in due casi presentano una marcata inclinazione, causata dalla ricerca di luce, essendo parzialmente ombreggiati dal terzo, posizionato in una zona più esposta a est.

Grazie a questo intervento, preceduto da indagini tomografiche che hanno escluso criticità all’apparato radicale e, dunque, alla stabilità dei pini, sarà possibile garantire nel tempo la salute di queste maestose “sentinelle verdi” degli alberi e la sicurezza dei visitatori, anche nel caso di eventi metereologici estremi, purtroppo sempre più frequenti che potrebbero determinare il distacco di rami.

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