Per i musei occidentali, è venuto il momento di fare i conti con il proprio passato che, spesso, ha a che fare con tristi storie di colonialismo, spoliazioni, furti, appropriazioni ben poco lecite. E prima di attirare le attenzioni dell’opinione pubblica meglio mettersi al riparo. Lo sa bene il Louvre che, con il nuovo anno, ha deciso di assumere uno storico dell’arte esperto nel mercato dell’arte francese durante l’occupazione tedesca, una qualifica molto precisa, per individuare le acquisizioni sospette perpetrate dal museo di Parigi durante il periodo della Repubblica di Vichy. E in poco meno di un mese di lavoro, Emmanuelle Polack ha giù individuato ben dieci opere della collezione del Louvre, confiscate dal regime di stampo nazista dalla collezione di Armand Dorville, un avvocato ebreo, e messe subito all’asta. Adesso, le opere dovranno essere restituite agli eredi e pare che il Louvre si sia già attivato in tal senso.
Del resto, il Louvre è sempre stato piuttosto sensibile all’argomento, visto che già nel 2017 furono aperte due gallerie per mostrare 30 opere saccheggiate durante l’occupazione del Terzo Reich e facilitarne la restituzione ai legittimi proprietari. L’anno scorso, inoltre, la stessa Polack ha organizzato una mostra allo Shoah Memorial di Parigi dedicata all’argomento, che comprendeva opere in prestito del Louvre e del Musée d’Orsay: alcune appartenevano all’avvocato ebreo Armand Dorville, la cui collezione fu confiscata e venduta all’asta. Polack è riuscita a rintracciare i documenti dell’epoca per identificare con la maggior precisione possibile la collezione di Dorville, che comprendeva opere di Bonnard, Renoir e Manet. Capolavori venduti nel corso di un’asta svoltasi nel 1942, a Nizza, e indicati come facenti parte di «Gabinetto di un dilettante parigino». Come ricostruito da Le Monde, ne è emerso che un curatore del dipartimento di dipinti del Louvre, René Huyghe, aveva acquistato 12 opere da quell’asta per conto del museo.
Ora, Pollack ha scoperto che otto opere dell’asta Dorville sono ancora nella collezione del Louvre: tre opere di Monnier e cinque opere di Constantin Guys. Un portavoce del Louvre ha confermato che una richiesta di restituzione ufficiale è stata presentata dalla famiglia Dorville nell’ottobre 2019 e che il caso è attualmente sotto l’indagine di una task force speciale che riferisce al Ministero della cultura francese e alla Commissione per il risarcimento delle vittime di spogliazione, che collabora direttamente con il Primo Ministro.
Ma c’è ancora molto da fare: si stima che circa 100mila opere d’arte siano state saccheggiate dai nazisti o vendute sotto coercizione durante l’occupazione tedesca della Francia. E durante quel periodo, i musei nazionali fecero diverse acquisizioni. Varie opere sono state recuperate dai legittimi proprietari dopo la Seconda guerra mondiale e lo Stato francese ne ha conservate circa 2mila, distribuite tra i musei di tutto il Paese, per essere custodite mentre si attendono le indagini per la restituzione. Il Louvre ne ha circa 100 esposte nelle sue gallerie e altre 200 in deposito. Altri 500 pezzi sono diffusi tra 130 musei francesi.
Al fine di accelerare il processo di restituzione, lo scorso anno il governo francese ha istituito una task force responsabile delle ricerche in merito alla provenienza di tali lavori e che deve anche supervisionare le pratiche per la restituzione ai legittimi eredi. La task force è guidata da David Zivie e ha un budget annuale di 200mila euro. La prima missione dell’ufficio è stata quella di indagare sulle opere della Collezione Dorville. Infatti, 450 erano i lotti che finirono all’asta del 1942 e sono quasi tutti dispersi. Oltre alle 11 opere ritrovate in Francia, altre tre sono state recentemente consegnate dalla Germania agli eredi. Queste tre opere tedesche facevano parte del tesoro di Cornelius Gurlitt, figlio del commerciante d’arte nazista Hildebrand Gurlitt.
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