La presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, Mariacristina Gribaudi, ci parla di come Andrea Bellieni, direttore del Museo Correr, avesse intuito che sotto gli innumerevoli strati di ridipinture ai quali l’opera fu sottoposta, si celava qualcos’altro. Ella prosegue dicendo che questa scoperta costituisce un «grande momento, in quanto vuol dire restituire alla città di Venezia, al suo patrimonio e quindi alla Fondazione, un dipinto che molto probabilmente appartiene al Mantegna».
I lavori di restauro di questa tavola iniziarono più di 10 anni fa, essa era in un pessimo stato conservativo, in quanto il film pittorico era completamente ricoperto da una densa patina biancastra che ne impediva la leggibilità. Già da quei pochi e minimi tratti, il direttore è riuscito intuire una qualità pittorica assolutamente non comune. Bellieni ha inoltre riconosciuto, nei tratti generali della composizione, un certo collegamento con l’importante dipinto attribuito ad Andrea Mantegna, conservato presso l’Isabella Stewart-Gardner di Boston, ipotesi poi verificata tramite dettagliate analisi di restauro avvenute attraverso tecniche strumentali non invasive di riflettografia e radiografia. Sotto al colore, si è arrivati infatti a leggere la traccia del disegno preparatorio, perfettamente coincidente a quello presente sotto l’opera di Boston.
Bellieni afferma infatti come egli abbia atteso molti anni per arrivare ad agire materialmente nell’operazione di restauro. «Mi sono deciso – ci racconta il direttore – quando ho capito che di fronte a me avevo chi – ossia Milena Davis – fosse in grado di portare avanti sia una operazione tecnicamente molto complessa» che si articolava in una profonda «operazione di pulitura e di ritrovamento di ogni minima particella dell’ originale rimasto, ma soprattutto che fosse in grado di ricucire anche dal punto di vista formale e della leggibilità, l’immagine nel suo insieme».
Bellieni sottolinea che «il dipinto da noi oggi presentato è in corso di ultimazione di restauro, non è integralmente finito. Ci sono ancora delle criticità che dobbiamo risolvere». E prosegue: «ai primi confronti critici con gli studiosi, sia abbastanza ormai indubitabile e indiscutibile, che i due dipinti siano uniti proprio da un comune identico disegno di base. Quindi se il dipinto oggi a Boston è uscito dall’atelier di Mantegna, è ormai conseguente dire che anche il nostro è uscito dal medesimo atelier».
A restauro ultimato la parola passerà agli storici dell’arte che determineranno la reale attribuzione dell’opera. Il dipinto verrà esposto da metà marzo fino metà maggio a Piazzola sul Brenta, in modo tale da riconoscere l’opera di finanziamento condotta dalla Fondazione G.E. Ghirardi Onlus, in seguito verrà poi esposto al Museo Correr.
Il soprintendente di Venezia, Fabrizio Magani, conclude infine affermando che, « avendo avuto la fortuna di vedere in un paio di occasioni anche l’opera dell’Isabella Stewart-Gardner, oggi grazie al restauro operato dalla Dean, possiamo affermare che Venezia batte Boston».
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