Dopo avervi parlato dei restauri del Cenacolo Vinciano e del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, un nuovo progetto apre a Torino, questa volta su un edificio storico, simbolo della città e Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco: Palazzo Madama, l’unico edificio del barocco torinese, oltre alla Cappella della Sacra Sindone, costruito pressoché interamente in pietra.
I lavori riguarderanno il restauro e il consolidamento dell’avancorpo centrale della facciata juvarriana. Si tratterà di una sorta di operazione chirurgica che, come spesso capita nei restauri più accurati, metterà insieme la conoscenza delle tecniche di costruzione marmorea risalenti all’epoca dell’edificazione del Palazzo e l’utilizzo delle metodologie all’avanguardia, con fibre di carbonio, resina e acciaio inox nelle parti nascoste dell’edificio
Il costo dell’intervento, promosso dalla Fondazione Torino Musei, ammonta a 2,4 milioni di euro, interamente finanziati da Fondazione CRT, storico e principale sostenitore privato di Palazzo Madama, con 16,6 milioni stanziati complessivamente. Approvato dal MIBACT e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino e “firmato” dall’architetto Gianfranco Gritella, il progetto di restauro e consolidamento strutturale è il risultato della prima indagine a 360° delle problematiche della facciata di Palazzo Madama, anche attraverso l’ispezione di “camere nascoste” nel cornicione.
«Il restauro di Palazzo Madama è il primo dono che la Fondazione CRT fa alla città e alla regione nel proprio trentennale, rafforzando la lunga tradizione di solidarietà verso il patrimonio storico-artistico, a partire dalle Residenze Sabaude», ha affermato il Presidente di Fondazione CRT, Giovanni Quaglia.
Il progetto prende le mosse dagli esiti del cantiere studio, già finanziato da Fondazione CRT nel 2018 e realizzato dalla Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, per valutare lo stato di conservazione della facciata, progettata tra il 1718 e il 1722 dall’architetto Filippo Juvarra. Le caratteristiche costruttive di Palazzo Madama e il marmo di Foresto utilizzato – di semplice lavorazione, ma affetto da “un male antico” legato alla propria friabilità – hanno fin da subito innescato problemi di conservazione e cedimenti strutturali, tanto che i primi tentativi per risolverli risalgono già alla fine del XVIII secolo.
In dettaglio, le opere per riportare la facciata al suo antico splendore prevedono il restauro dell’apparato architettonico e decorativo; il consolidamento strutturale dei soffitti e degli architravi; il restauro, la revisione e il consolidamento strutturale dei serramenti lignei; la revisione e l’adeguamento dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche della copertura; il recupero dei sotterranei circostanti il palazzo.
L’intervento più spettacolare riguarderà il restauro delle quattro monumentali statue allegoriche di coronamento del pronao, scolpite da Giovanni Baratta nel 1726. Le statue della Giustizia, della Prudenza, della Temperanza e della Fortezza, saranno musealizzate e sostituite da copie identiche sulla sommità dell’edificio.
«Il grande cantiere di Palazzo Madama attiverà un doppio circolo virtuoso per la ripresa: sosterrà l’attività e l’occupazione nelle imprese del Nord Ovest coinvolte nei lavori, e consentirà a Fondazione CRT di mettere a disposizione del recupero del patrimonio artistico ulteriori risorse per 1,5 milioni di euro grazie all’Art bonus», ha commentato il Segretario Generale di Fondazione CRT, Massimo Lapucci. «È un investimento strategico in ottica ‘recovery plan culturale’, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’arte nel presente e di trasmetterla in eredità alle prossime generazioni».
All’interno di un padiglione appositamente realizzato in prossimità di Palazzo Madama, il pubblico potrà assistere alle principali fasi di restauro delle quattro grandi statue allegoriche. Un sistema di videocamere trasmetterà su alcuni schermi a terra le principali fasi di lavorazione e gli interventi più significativi in corso sulle impalcature. Un ascensore montacarichi consentirà di condurre gruppi di visitatori in determinate aree del cantiere, sino alla quota della balaustra sommitale. Al termine dell’intervento, una mostra a Palazzo Madama illustrerà la storia millenaria dell’edificio e i restauri, e consentirà di conoscere parti del palazzo oggi sconosciute al grande pubblico.
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