Un futuro turbolento è alle porte per la principessa Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi, che a causa di un’aspra contesa ereditaria rischia di dover lasciare definitivamente Villa Aurora. La vendita della fastosa villa ha lo scopo di risolvere la disputa tra la principessa e i suoi tre figliastri: Francesco, Ignazio e Bante, nati durante il primo matrimonio del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, morto nel 2018. Il tribunale ha messo all’asta la proprietà per ben cinque volte non riuscendo a trovare un acquirente anche se il prezzo richiesto è sceso dalla cifra monstre di 471 milioni di euro a 145.
Nell’ultimo sviluppo, il giudice incaricato del caso ha emesso un avviso di sfratto di 60 giorni che richiede alla principessa Rita di lasciare la proprietà, decisione dovuta all’ultimo fallimentare tentativo d’asta, avvenuto lo scorso 12 gennaio tramite il sito di aste online Fallco. Ma all’agenzia Reuters, la principessa Ludovisi si è definita «Sbalordita», tanto da presentare ricorso contro la sentenza appena emanata.
Protagonista della vicenda, insieme alla sfortunata principessa, è Villa Aurora, originariamente costruita come residenza di caccia nel 1570 e parte della tenuta molto più ampia di Villa Ludovisi, appartenente alla famiglia del Principe Nicolò dal 1621.
La proprietà di 9mila piedi quadrati sarà di nuovo offerta all’asta il 6 aprile 2023, per 108,5 milioni di euro e se dovesse trovare un acquirente, lo Stato italiano, che gode del diritto di prelazione, avrebbe la possibilità di pareggiare il prezzo di acquisto. L’enorme valore economico e culturale del complesso è dovuto alle numerose opere d’arte storiche, tra cui alcune realizzate da Maestri come Domenichino, Tassi, Valesio, Guercino e un’opera caravaggesca unica nel suo genere, identificata come un originale dalla storica dell’arte Giuliana Zandri nel 1969. Il dipinto, l’unico a soffitto conosciuto realizzato da Caravaggio, presenta divinità romane, quali Giove, Nettuno e Plutone, ciascuno ritenuto un autoritratto dell’artista e allegorie della scienza e l’alchimia.
È invece discordante e incerto il quadro che descrive la gestione della storica villa, giudicata, in prima battuta, meritevole di citazione in un brillante servizio del New York Times nel 2010 e da T. Corey Brennan, uno storico della Rutgers University che ha contribuito a organizzare gli archivi della villa. «La villa era considerata senza speranza […] C’erano erbacce alte fino al tuo petto. Sembrava davvero che il giardino stesse per cadere nel terreno. Rita e suo marito sono intervenuti e meritano molto credito».
E invece, l’avviso di sfratto del giudice contro la principessa Rita l’accusa di trascurare l’edificio storico. Uno dei muri esterni della villa è recentemente crollato, costringendo alla chiusura di una strada pubblica, riferisce La Repubblica. Inoltre pare che venissero organizzati tour della villa non autorizzati, giudicati dalla principessa come necessari per aiutare a finanziare la manutenzione della casa.
«Amavo moltissimo mio marito e lui amava me», ha detto la principessa Rita al Guardian. «Vivo qui da 20 anni e ho dedicato tutto il mio tempo e le mie risorse a questa villa. Davvero non doveva andare così».
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