30 agosto 2024

L’Atlante Farnese, dal MANN di Napoli all’Expo 2025 di Osaka

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Gioiello del Museo Archeologico di Napoli, l’Atlante Farnese sarà esposto al Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka, in Giappone: è la prima volta che la scultura, di quasi 20 quintali e 2 metri di altezza, viaggia in Asia

atlante farnese expo 2025

Un lungo viaggio attende l’Atlante Farnese: l’imponente scultura in marmo, di quasi 20 quintali per circa 2 metri di altezza, nella collezione del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sarà esposta al Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka, in Giappone. L’opera arriva in Asia per la prima volta e sarà posizionata al centro della Piazza semicircolare del Padiglione Italia, la cui architettura è ispirata alla Città Ideale del Rinascimento italiano, su progetto di Mario Cucinella – MCA Architects.

L’annuncio del “viaggio” dell’Atlante Farnese è stato dato dal Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Ambasciatore Mario Vattani, durante la conferenza stampa che si è tenuta al Villaggio Italia, il progetto itinerante di promozione delle eccellenze del patrimonio culturale, artistico, storico ed economico italiano realizzato in occasione dell’arrivo a Tokyo per la prima volta nella storia della Nave Scuola Amerigo Vespucci.

Expo Osaka: un’icona di valore universale al Padiglione Italia

«Si tratta di un’operazione logistica senza precedenti», ha dichiarato Vattani, ringraziando il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, la Direzione Generale Musei e il Museo Archeologico di Napoli. «Siamo certi del valore di questa scelta, perché l’Atlante Farnese, con la sua fortissima carica simbolica, racconta anche i valori che portiamo a Expo: la ricchezza del nostro patrimonio culturale e le responsabilità che ne derivano, e anche la scienza, la ricerca, la nostra alta tecnologia, lo spirito del viaggio e della scoperta di altre culture».

«Mettere al centro del Padiglione Italia un capolavoro nonché icona di valore inestimabile come l’Atlante Farnese, nei giorni dell’Esposizione Universale di Osaka nel 2025, significa far conoscere a tutti un’opera che rappresenta l’eredità culturale della nostra Nazione», ha commentato il Ministro Sangiuliano. «La preziosa scultura, insieme ad altre opere della collezione, ha contribuito a fare del MANN uno dei musei archeologici più importanti al mondo, determinando un forte impulso alla diffusione della nostra cultura e al riconoscimento dell’Italia come custode di un patrimonio unico a livello globale».

L’Atlante Farnese: cenni storici

«La scelta dell’Atlante Farnese, opera unica e iconica, non è stata affatto casuale. La scultura, potente non soltanto dal punto di vista storico-artistico ma anche per i molteplici significati ad essa sottesi, vola per la prima volta Oltreoceano per incarnare lo spirito di questo importante evento internazionale: il superamento delle frontiere della conoscenza attraverso la curiositas, il desiderio di scoperta e l’attrazione per l’ignoto, connaturati nell’animo umano e che da sempre hanno contribuito a creare ponti e stabilire relazioni tra mondi e popoli diversi, tra Occidente e Oriente», ha spiegato il Direttore generale Musei, Massimo Osanna.

Databile al II secolo d.C. (epoca Antonina intorno al 150 d.C.), l’Atlante Farnese è un’opera unica di cui non esistono copie. Rappresenta la poderosa figura di Atlante, con un lungo manto che gli copre la schiena, le ginocchia piegate e il corpo ricurvo, mentre regge sulle spalle il globo celeste tenendolo tra le mani. La sfera, finemente scolpita, simboleggia l’Universo, con le costellazioni, i segni zodiacali, le quattro direzioni, il Cielo e la Terra secondo le teorie conosciute al tempo.

L’ Atlante Farnese ha segnato gli studi in campo astronomico-scientifico, divulgando il sapere e le teorie di Tolomeo tanto da diventare modello per i disegni dei primi globi celesti olandesi nel Cinquecento e punto di riferimento per gli scienziati delle epoche successive. Sul globo celeste, in rilievo di 6 mm sono segnati i cerchi meridiani che passano per i poli e per i punti dei solstizi e degli equinozi, l’equatore, l’eclittica, un circolo artico ed uno antartico, e inoltre, in forma antropomorfa o di animale, le costellazioni australi e boreali e i dodici segni dello Zodiaco.

Tesoro apprezzato sin dal Cinquecento, l’opera fu acquisita da Alessandro Farnese nel 1562 da Paolo del Bufalo, divenendo così parte della collezione Farnese a Roma. L’opera fu restaurata tra il 1550 e il 1560 quando fu collocata a Palazzo Farnese in quella che divenne la stanza dell’Atlante, dove rimase fino al 1786 quando giunse a Napoli sotto i Borbone. Da allora è esposta al Museo Archeologico Nazionale.

 

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