Categorie: Beni culturali

Lavori di restauro per il Cristo di Rio de Janeiro, che compie 90 anni

di - 4 Gennaio 2021

Tra le sculture più iconiche di tutti i tempi, inserita nelle sette meraviglie del mondo moderno, il Cristo Redentore che, dall’alto della collina di Corcovado, cinge con il suo abbraccio monumentale Rio de Janeiro, compirà 90 anni il 12 ottobre 2021 e, per celebrare la ricorrenza, verrà sottoposta a un grande lavoro di restauro. Nulla di invasivo, i lavori non altereranno l’aspetto dell’opera, la cui costruzione iniziò nel 1922 e terminò nel 1931.

Alto 38 metri, di cui 8 per il basamento, il monumento fu realizzato in calcestruzzo e pietra saponaria ma non tutti sanno che la sua superficie è interamente composta da un patchwork di piccole tessere di mosaico di forma triangolare, incollate su quadrati di tessuto di lino da alcune volontarie di una delle parrocchie del Corcovado. Sul retro di molte tessere sono anche riportati messaggi di fede e nomi di parenti e persone care.

Tra Art Deco e dittature, fino al Covid-19: i primi 90 anni del Cristo Redentore di Rio

L’idea di costruire una grande scultura sulla sommità del Corcovado già era diffusa sul finire dell’800, quando il prete cattolico Pedro Maria Boss chiese alla principessa Isabella di costruire un grande monumento religioso sul monte di Rio. Fu solo al termine della Prima Guerra Mondiale, però, che il progetto iniziò a concretizzarsi. Nel 1921, infatti, l’Arcidiocesi di Rio aprì una petizione per convincere il presidente Epitácio Pessoa ad autorizzare la costruzione.

Diversi artisti avanzarono le loro proposte e, tra i primi disegni, compare anche una versione in cui si vede il Cristo che, reggendo il globo in una mano, poggia sul lato di una croce. Alla fine fu scelta una figura più semplice e di impatto immediato, con il Cristo con le braccia aperte disegnato da Carlos Oswald, artista originario di Firenze e molto noto in Brasile. Il disegno fu poi perfezionato dallo scultore Paul Landowski, che acuì lo stile Art Déco.

«La statua del divino salvatore sarà la prima immagine che emergerà dall’oscurità in cui la terra è immersa e ricevere il saluto del stella del giorno che, dopo averla circondata con la sua radiosa luminosità, costruirà al tramonto intorno alla sua testa un alone adatto al Dio-Uomo», così si esprimeva l’ingegnere Heitor da Silva Costa, direttore dei lavori. Il cemento, materiale originariamente pensato per il rivestimento, non piaceva a da Silva Costa che, alla fine, scelse la pietra saponaria, tagliata in triangoli di 3x3x4 cm e 5 mm di spessore e applicata come un mosaico.

I lavori iniziarono nel 1922 e la cerimonia di apertura al pubblico si tenne il 12 ottobre 1931, un anno simbolico per la storia brasiliana: Getúlio Vargas si era proclamato dittatore, con la conseguente nascita dell’Estado Novo della Terza Repubblica Brasiliana di stampo fascista e accentratore. Durante la cerimonia, Guglielmo Marconi riuscì ad accendere le illuminazioni della statua tramite l’impulso di onde elettromagnetiche dal suo ufficio di Roma. Ai piedi del monumento la comunità italiana ha apposto una targa commemorativa che ricorda l’evento.

Durante l’ultimo capodanno, sulla sua superficie sono state proiettate diverse immagini, tra cui una in camice da dottore, in omaggio al personale medico e sanitario, impegnato nella lotta al Covid-19, che sta devastando la popolazione brasiliana. E siamo sicuri che il Cristo Redentore di Rio ne vedrà tante altre, nel corso della sua lunghissima storia.

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