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Milano vuole riaprire al pubblico la Sala delle Asse di Leonardo entro le Olimpiadi
Beni culturali
di redazione
Il Comune di Milano ha pubblicato il bando per l’ultima e decisiva fase di restauro della Sala delle Asse, la stanza decorata da Leonardo da Vinci all’interno del Castello Sforzesco. L’obiettivo dell’Amministrazione è ambizioso: concludere l’intervento entro febbraio 2026, in tempo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, sfruttando un calendario dei lavori serrato che dovrebbe restituire la sala al pubblico prima dell’inizio dei Giochi. Dopo quasi cinque secoli di oblio e riscoperte, il restauro della sala che fu tra le ultime imprese di Leonardo a Milano sta finalmente arrivando a compimento.
Un lungo percorso di studio e scoperte
Questo bando rappresenta la fase finale di un percorso di ricerca e restauro iniziato nel 2006. In questi anni, infatti, si sono susseguiti interventi di consolidamento, studio e messa in sicurezza degli affreschi e dei disegni preparatori. Un momento cruciale è stato nel 2013, con l’avvio del cantiere vero e proprio, quindi nel 2015 con l’apertura temporanea della sala durante i sei mesi dell’Expo, accogliendo 350mila visitatori. Un’altra riapertura si è registrata nel 2019, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo, infine un ultimo breve periodo di visita ci fu nel 2020.
La storia della Sala delle Asse
Situata nella Falconeria, torre angolare Nord-Est del Castello Sforzesco, la Sala delle Asse prende probabilmente il nome dalle antiche assi di legno che, in origine, ne rivestivano le pareti. Leonardo da Vinci fu chiamato a lavorarvi da Ludovico il Moro tra il 1497 e il 1499, incaricato di realizzare una decorazione in grado di stupire gli ospiti del Signore di Milano. L’artista si trovò a proseguire e rifinire gli interventi di precedenti pittori ma il mutare delle vicende politiche e la fuga di Ludovico il Moro interruppero il completamento definitivo della decorazione.
Nel corso dei secoli, con il Castello trasformato in caserma a partire dal Cinquecento, la sala fu destinata a ospitare cavalli e per questo scialbata con calce, che ricoprì le antiche pitture. A fine Ottocento, durante il restauro del Castello a opera di Luca Beltrami, venne ridipinta da Ernesto Rusca ma l’intervento non riportò però alla luce l’opera originale di Leonardo.
Il monocromo e il progetto decorativo di Leonardo
Tra le scoperte più sensazionali emerse dal cantiere avviato nel 2006 c’è il cosiddetto “monocromo di radici fra le rocce”, un disegno finissimo a carboncino, attribuito successivamente a Leonardo, situato nella parte inferiore delle pareti e raffigurante radici, rocce e possibili dettagli paesaggistici.
Questo monocromo fa parte di un più ampio progetto decorativo che avrebbe dovuto “sfondare” visivamente la sala: Leonardo immaginava di trasformare l’ambiente in un gigantesco padiglione vegetale, sostenuto da sedici alberi di gelso, con rami, foglie e radici che si intrecciavano sulle volte e sulle lunette, aprendo lo sguardo su un paesaggio di rocce scoscese, poche abitazioni, una chiesa e un campanile, come se le pareti stesse dovessero scomparire.
Sala delle Asse: il bando per il nuovo restauro
Il bando pubblicato dal Comune prevede una base di 914.925,25 euro, cui si aggiungono 27.556 euro di oneri di sicurezza (non soggetti a ribasso). La gara prevede che le offerte per i lavori siano presentate entro le ore 13 del 20 gennaio 2025, mentre l’apertura delle stesse è fissata per il giorno successivo.
La valutazione delle offerte avverrà in base all’offerta economicamente più vantaggiosa- L’intervento comprenderà il restauro conservativo della volta, che è dipinta (non affrescata) e presenta le celebri fronde arboree leonardesche, oltre alla messa in sicurezza delle opere a carboncino, fra cui il monocromo. In programma anche i lavori sul pavimento della sala e la progettazione dell’allestimento, in vista della riapertura definitiva.