Paris Musées, istituzione pubblica che riunisce 14 musei di Parigi, tra i quali il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, la Maison de Balzac e il Musée Bourdelle, ha appena messo online 321.222 opere di grandi maestri della storia dell’arte, come Francisco Goya, Paul Cézanne, Claude Monet, Rembrandt, Gustave Courbet, Eugène Delacroix e Anthony van Dyck.
Le fotografie possono essere scaricate liberamente, come open source, con didascalia ragionata e condizioni di utilizzo e poco più di 150mila sono anche in alta definizione, 300 DPI e zoomabili. La licenza che ne regolamenta la diffusione è la CC0 – Creative Commons Zero. In sostanza, con questo termine si definisce una donazione al pubblico dominio, attraverso la rinuncia a tutti i diritti sull’opera in tutto il mondo, inclusi tutti i diritti connessi al diritto d’autore o affini, nella misura consentita dalla legge. Quindi, l’opera si può copiare, modificare, distribuire e utilizzare anche per fini commerciali, senza chiedere alcun permesso.
Insomma, la gioia non solo dei fruitori seriali di opere d’arte online ma anche, per esempio, dei grafici pubblicitari, che adesso potranno usare il Ritratto di Ambroise Vollard, realizzato nel 1899 da Paul Cézanne e nella collezione del Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris al Petit Palais, come immagine guida per la loro prossima campagna social. Per non parlare di studenti, ricercatori ed educatori, che potranno utilizzare facilmente e istantaneamente immagini ad alta definizione per supportare la loro ricerca, il loro insegnamento e le loro pubblicazioni, migliorando così i loro strumenti di mediazione culturale. Comodo, no? «Rendere disponibili questi dati garantisce che i nostri file digitali possano essere liberamente accessibili e riutilizzati da chiunque, senza vincoli tecnici, legali o finanziari, sia per uso commerciale o meno», si legge nella nota diffusa da Paris Musées.
Sul sito di Paris Musées si può usare un potente motore di ricerca – a dire il vero non proprio comodissimo – per trovare un’opera proveniente da una collezione o di un determinato artista. Oppure si possono visitare i percorsi tematici già selezionati dai curatori, come il focus su Paris 1900, con opere di Alphonse Mucha, Odilon Redon e Auguste Rodin, insieme a vari pezzi di arti applicate.
Già visto? C’è anche qualcosa di più originale, per esempio il percorso sulla moda femminile sportiva, tra equitazione, caccia, tennis sull’erba, scherma, golf, polo, alpinismo, automobilismo e sci. «Fino a dove arriverà l’influenza della bicicletta in termini di articoli da toeletta? Il culottismo conquisterà tutta la società femminile, guadagnando il suo ingresso nella vita civile, senza aver bisogno di alcuna macchina, bicicletta o automobile per questo?», si chiede il famoso giornalista John Grand-Carteret, nel suo saggio di costume La femme en culotte, pubblicato nel 1899. Da questo a Mary Quant il passo è stato breve.
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