La mostra di Raffaello in previsione alle Scuderie del Quirinale di Roma, nell’ambito delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte dell’Urbinate, resiste all’allerta Coronavirus e conferma l’apertura del 5 marzo. Dunque, a creare scompiglio, in queste ore, non è stato il batterio ma la decisione drastica del Comitato Scientifico delle Gallerie degli Uffizi: dimissioni in blocco per protestare contro il prestito del Ritratto di Leone X. A comunicare la risoluzione, tutto il Comitato scientifico, composto Fabrizio Moretti, Donata Levi, Tomaso Montanari e Claudio Pizzorusso, tramite una lettera agli enti che li hanno nominati: Ministero dei Beni Culturali e Comune di Firenze.
«Rivendico pienamente il patriottismo di questa decisione, in difformità con quanto suggerito dal comitato consultivo delle Gallerie degli Uffizi: la grande mostra su Raffaello, un evento culturale epocale sarà uno dei grandi motivi di orgoglio dell’Italia nel mondo intero quest’ anno, non poteva fare a meno del Leone X, un capolavoro che tra l’altro è in ottima salute e in perfetta condizione di viaggiare a Roma dopo essere stato restaurato dagli specialisti dell’Opificio delle Pietre Dure. Gli Uffizi sono orgogliosi di aver potuto instaurare questa collaborazione straordinaria con il Quirinale e di poter contribuire, con tutte le nostre forze scientifiche e con una cinquantina di opere, ad una esposizione che già fin da ora è destinata ad entrare nella storia della museologia mondiale», ha spiegato Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, riconfermato a ottobre 2019 dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
E dire che è stato proprio Franceschini a dare impulso, con la sua Riforma del 2014, all’istituzione dei Comitati scientifici dei musei autonomi. Qual è il loro compito? «Il comitato scientifico è un organo consultivo a supporto del direttore sulle questioni di carattere scientifico nell’ambito di attività dell’istituto. Tra queste: la verifica e l’approvazione, d’intesa con il Consiglio di amministrazione, delle politiche di prestito e di pianificazione delle mostre», si legge nel testo ufficiale.
Dunque, la decisione del Comitato degli Uffizi di dimettersi sembra risultare comunque legittima, non condividendo la posizione del Direttore e del Ministero. Di certo, episodi così clamorosi, da quando sono stati istituiti i Musei autonomi, non se ne ricordano e probabilmente il caso degli Uffizi farà giurisprudenza. Giova ricordare che i componenti del Comitato non possono essere titolari di rapporti di collaborazione professionale con il museo.
Nella lettera, gli ormai ex membri del Comitato Scientifico spiegano di aver lavorato per mesi all’estensione di una lista di 24 opere degli Uffizi reputate inamovibili. E pare che questo elenco sia stato approvato anche da Schmidt. L’ultima riunione in merito al Ritratto di Leone X – la ventunesima opera in lista – risalirebbe al 9 dicembre e in quella occasione il prestito dell’opera, giudicata anche identitaria del museo, era stato rifiutato.
«Oggi siamo venuti a conoscenza dalla stampa che il dipinto si trova già nella sede espositiva di Roma. Pensiamo che tenerci occupati per mesi nella stesura di liste poi inapplicate vanifica l’esistenza stessa del comitato. Pensiamo che le dimissioni collettive del comitato scientifico del più importante museo italiano renda ineludibile un ripensamento e una ridefinizione del ruolo dei Comitati Scientifici nel governo dei musei autonomi», si legge nella missiva.
Il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi fa realizzato da Raffaello Sanzio, nel 1518, come regalo del Papa per le nozze del nipote Lorenzo, duca di Urbino, con la nobildonna francese Madeleine de La Tour d’Auvergne. Il dipinto fu sistemato in Palazzo Medici e a raccontarci l’impressione che destava anche nei contemporanei di Raffaello è Giorgio Vasari, che ne ricorda la preziosità dei dettagli, come i riflessi nel pomello della sedia di Leone X.
L’opera è registrata negli inventari degli Uffizi dal 1589 e dal 1799 al 1816 fu portata in Francia, come simbolo delle conquiste di Napoleone. A questo proposito, ricordiamo che il Ritratto di Leone X fu esposto – in seguito a un prestito speciale degli Uffizi – proprio alle Scuderie del Quirinale, nel 2017, per una mostra dedicata alle opere sottratte all’Italia tra il 1796 e il 1814, durante gli anni dell’Impero napoleonico. Al termine della mostra, l’opera è stata sottoposta a un lungo e complesso restauro.
«Dopo il restauro dell’Opificio delle Pietre Dure, il Leone X di Raffaello è in condizioni perfette, in ottimo stato di conservazione e assolutamente in grado di andare alle Scuderie del Quirinale senza rischio alcuno per la sua “salute”. L’intervento di restauro è stato effettuato secondo i più avanzati criteri e metodi a disposizione, il Papa sta benissimo: se tutte le condizioni di sicurezza e tutela richieste per il suo trasferimento e la sua esposizione sono rispettate, non esiste alcuna ragionevole possibilità che gli venga recato danno», ha spiegato Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure.
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