Dopo il programma di aperture serali, il Vittoriano di Roma sempre più accessibile: grazie a un intervento di ripristino delle condizioni di sicurezza e di manutenzione dei marmi, sono stati riaperti al pubblico il Sommoportico e i Propilei. Si tratta di due spazi importanti per restituire la percezione dell’originario disegno architettonico di Giuseppe Sacconi, che seguì il progetto della realizzazione del monumento per 20 anni, dal 1885 fino alla morte, avvenuta nel 1905. Ma la riapertura offre anche una spettacolare sequenza paesaggistica della città, dai Fori fino al Colosseo, a est, e dal Teatro di Marcello a San Pietro, a ovest.
Inaugurato nel 1911 e dedicato a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, il Vittoriano è uno dei simboli più iconici di Roma. Conosciuto anche come Altare della Patria, questo maestoso monumento è stato progettato dall’architetto Sacconi e rappresenta un tributo all’unità d’Italia. La struttura ospita la tomba del Milite Ignoto, un soldato non identificato caduto durante la Prima Guerra Mondiale, simbolo del sacrificio dei soldati italiani.
Oggi il VIVE è uno degli Istituti del Ministero della Cultura dotati di autonomia speciale: istituito nel 2019, il VIVE è divenuto operativo dal novembre 2020. Attualmente diretto da Edith Gabrielli, l’Istituto è composto dal Monumento del Vittoriano, compresi la Terrazza panoramica, il Museo Centrale del Risorgimento e l’Ala Fori Imperiali, e da Palazzo Venezia con il suo Museo.
«Dopo anni di chiusura, questi luoghi tornano accessibili al pubblico, permettendo a cittadini e turisti di riscoprire e apprezzare uno dei monumenti più significativi d’Italia e simbolo dell’identità nazionale», ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in visita al Monumento, accompagnato dalla Direttrice del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, Edith Gabrielli.
Posti quasi alla sommità del Vittoriano, il Sommoportico, lungo oltre 60 metri e ritmato da 16 monumentali colonne, alte 15 metri, e gli adiacenti Propilei, consentono ai visitatori di cogliere l’ambizione del progetto di Sacconi, le sue qualità spaziali come pure il rapporto privilegiato tra l’intero monumento e la città di Roma, rendendo leggibile la relazione fra l’architettura e il contesto urbano circostante. «L’apertura di questi spazi, che al contempo permette di apprezzare e meglio comprendere il monumento e di godere di splendide vedute su Roma, secondo molteplici angolazioni, rientra fra gli obiettivi del Sistema museale nazionale, coordinato dalla Direzione generale Musei, nell’ottica di un’offerta culturale sempre più ampia e integrata nel tessuto urbano», ha dichiarato il Direttore generale Musei, Massimo Osanna.
Nell’ottica della creazione di uno “Stile nazionale”, che animava il dibattito all’indomani dell’Unità d’Italia, i Propilei furono intitolati ai due valori guida di Vittorio Emanuele II e dell’intero processo risorgimentale, vale a dire l’Unità della Patria e la Libertà dei Cittadini. Le 16 colonne del Sommoportico richiamano il numero delle regioni nell’Italia del tempo, quando molte zone del nord-est non erano ancora entrate a far parte del territorio nazionale. Ciascuna colonna termina con un capitello ornato al centro da una testa femminile con corona turrita, allegoria dell’Italia. Ancora alle 16 regioni rimandano le personificazioni dell’attico, eseguite da altrettanti scultori entro il 1910.
«Attentamente studiata e progettata, l’operazione ha avuto un momento cardine lo scorso anno con il restauro della zona centrale del Vittoriano, dove si trova il lungo e per certi versi straordinario fregio di Angelo Zanelli che orna l’Altare della Patria», ha raccontato Gabrielli. «Questa nuova fase mira a valorizzare il progetto dell’architetto Sacconi. Al momento di aggiudicarsi il concorso, nel 1884, Sacconi aveva appena trent’anni e propose alla giovanissima Nazione un linguaggio molto innovativo, che trova le proprie radici nella classicità e ancor più nel recupero del Rinascimento maturo di Donato Bramante nel Cortile del Belvedere. Quella di Sacconi fu un’azione importante, per certi versi decisiva, che proprio nel Sommoportico e nei Propilei si coglie nella sua massima espressione».
I visitatori possono tornare ad ammirare le decorazioni che caratterizzano il Sommoportico: il soffitto e il pavimento in commessi di marmo progettati nel 1907 da Gaetano Koch – l’architetto fra l’altro della Banca d’Italia e di Piazza Esedra, l’odierna Piazza della Repubblica – i 17 lacunari in stucco dorato del marchigiano Giuseppe Tonnini, nove con Trofei d’armi, otto con le Nuove Scienze, e i dipinti sulla parete di fondo – opera di Primo Panciroli, Silvio Galimberti e Carlo La Spina – con le date più significative del Risorgimento: dal 1848 in ricordo dei moti rivoluzionari al 1870 di Roma Capitale.
E ancora si possono osservare le quattro colonne trionfali poste sulle scalinate di accesso, ciascuna sormontata da una Vittoria alata in bronzo dorato, e le decorazioni dei Propilei, ovvero all’esterno i rilievi raffiguranti L’Unità e La Libertà, realizzati tra il 1908 e il 1910 rispettivamente da Enrico Butti ed Emilio Gallori e all’interno le decorazioni in mosaico sulle volte e sulle lunette. In particolare, le lunette, concluse da Giulio Bargellini e Antonio Rizzi nel 1921, attestano, come del resto la decorazione dell’Altare della Patria di Angelo Zanelli, la sensibilità degli artisti attivi nel Vittoriano verso le tendenze dell’arte internazionale, come la Secessione viennese e Gustav Klimt, quasi a dimostrazione della capacità dell’arte di superare le divergenze politiche, considerando che le Guerre di Indipendenza per l’Unità di Italia furono combattute proprio contro gli austriaci.
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