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Una donazione privata di quattro milioni per l’anfiteatro di Boboli
Beni culturali
di redazione
L’anfiteatro del Giardino di Boboli sarà integralmente restaurato, grazie a un donazione di quattro milioni e mezzo di euro (circa 4,8 milioni di dollari), elargita dalla mecenate statunitense Veronika Atkins alle Gallerie degli Uffizi. Si tratta del più grande versamento effettuato da un privato a favore di un museo fiorentino. L’ingente somma verrà impiegata per i lavori di restauro dell’Anfiteatro del Giardino di Boboli, nell’ambito dell’ampio programma di rilancio del verde mediceo “Boboli 2030”.
I lavori inizieranno nei prossimi mesi e dureranno tra i due e i tre anni e perseguiranno due obiettivi. Da una parte, la tutela, riportando alle migliori condizioni le tante e varie componenti architettoniche, scultoree e vegetali di questo suggestivo ma delicatissimo spazio, dall’altra, la valorizzazione, garantendo il recupero dell’originaria vocazione dello spazio, così da accogliere spettacoli e, in particolare, opere di musica lirica.
Storia dell’anfiteatro e il cerchio che si chiude con gli Uffizi
L’anfiteatro fu originariamente concepito in forme puramente vegetali da Eleonora da Toledo, che incaricò della sua realizzazione lo scultore, architetto e scenografo Niccolò Tribolo. Dal 1621 al 1634 furono man mano aggiunti elementi architettonici, mentre il primo utilizzo teatrale fu in occasione della festa di matrimonio di Margherita de’ Medici con Odoardo Farnese nel 1628. Nei secoli successivi, l’anfiteatro divenne la sede per eccellenza delle feste granducali – fino all’ultima, voluta da Leopoldo II nel 1839, due decenni prima della fine del granducato.
Un primo recupero dell’Anfiteatro avvenne negli anni Trenta del Novecento, quando fu utilizzato anche per farvi rivivere l’opera lirica. Proprio in questo spazio, infatti, nel giugno 1937 venne messa in scena – per la prima volta nei tempi moderni – “L’incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi, con la scenografia firmata da Giovanni Michelucci, l’architetto della Stazione di Santa Maria Novella e autore, nel secondo Dopoguerra, insieme a Carlo Scarpa e Ignazio Gardella, del progetto e degli allestimenti della Sala del Trecento agli Uffizi. Nel 1960 e ancora nel luglio 1965, Franco Zeffirelli scelse l’Anfiteatro di Boboli per allestire l’Euridice di Jacopo Peri. All’epoca, il New York Times lodò tra l’altro in particolare l’acustica perfetta di questo spazio.
«Grazie alla generosità di Veronica Atkins vedrà la luce uno dei progetti chiave dell’iniziativa Boboli 2030: l’Anfiteatro di Boboli – che nella sua forma architettonica richiama le glorie dell’antica Roma – recupererà la sua funzione di teatro all’aperto, proprio nella città dove nacquero il melodramma e la lirica stessa», ha dichiarato Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. «Presto vedremo di nuovo i migliori cantanti esibirsi nella vasta conca circondata dal verde, davanti al grandioso sfondo dell’Imperiale e Reale Palazzo Pitti, a raccogliere gli applausi non di pochi eletti, ma di tutto il numeroso pubblico che si unirà in platea e sulle scalinate per un’esperienza unica e irrepetibile».
Chi è Veronica Atkins
Veronica Atkins è tra i più noti sponsor e mecenati al mondo nel campo della musica, ma non solo. Negli ultimi anni, infatti, la sua attività di sostegno per le Gallerie degli Uffizi è andata in crescendo. Attraverso i Friends of the Uffizi Galleries e lavorando con il loro direttore esecutivo, Lisa Marie Conte Brown, Atkins ha finanziato anche il restauro del Terrazzo delle carte geografiche agli Uffizi, della serie degli arazzi Valois del museo fiorentino, e della Sala di Bona a Palazzo Pitti. Nell’ottobre scorso, ha regalato uno dei migliori pianoforti al mondo per i concerti nella Sala Bianca dell’ex reggia medicea. In quell’occasione fu insignita dalle Chiavi della città di Firenze dalla vicesindaca Alessia Bettini, in presenza della console generale degli Stati Uniti d’America, Ragini Gupta, della presidente degli Amici degli Uffizi e dei Friends of the Uffizi Galleries, Maria Vittoria Rimbotti Colonna, e del direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt.
Tra molti altri onori e responsabilità, Veronica Atkins ricopre il ruolo di Managing Director nel Consiglio d’amministrazione della Metropolitan Opera di New York, è presidente della Dr. Robert C. e Veronica Atkins Foundation, e sostiene tante altre prestigiose organizzazioni culturali. È stata tra i principali donatori per la produzione del “Boris Godunov” al Teatro alla Scala a dicembre scorso.
«Il progetto dell’Anfiteatro di Boboli unisce i miei tre amori più grandi: la natura, l’arte e la musica. Non vedo l’ora di assistere alla prima dell’opera lirica che in questo luogo magico e unico al mondo risuonerà alla fine dei restauri», ha commentato Atkins.