06 giugno 2023

Venezia, città senza assessore alla cultura: la delega va a Stefano Zecchi

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Il Sindaco di Venezia Brugnaro ha conferito a Stefano Zecchi la delega alla cultura: il filosofo, volto noto della tv, vuole una Biennale più cittadina ma anche aperta a chi non ha parola

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha conferito a Giorgia Pea, dal 2015 presidente della VI Commissione, la delega alla “Città di Venezia, cultura: attività teatrali e cinema”, e a Stefano Zecchi la delega di “città di Venezia, cultura: progetto futuro”. Nella stessa seduta del consiglio comunale, è stata attribuita anche la delega per la “Valorizzazione della gondola nel sistema di mobilità della città antica”, assegnata ad Aldo Reato. Già professore ordinario di Estetica all’Università di Milano, Zecchi è attualmente presidente della Fondazione Accademia internazionale di scienza della bellezza.

«A loro va un grosso in bocca al lupo e il ringraziamento per la disponibilità», ha dichiarato Brugnaro, che comunque continuerà ad avocare a sé la carica di assessore alla Cultura. «Il lavoro è davvero tanto ed il contributo di Pea, Reato e Zecchi sarà prezioso per raggiungere gli obiettivi che come Amministrazione ci siamo dati». «È un grande onore per me coadiuvare il sindaco in ambito culturale e in particolare nei settore del cinema e del teatro che sono dei fiori all’occhiello per Venezia», ha continuato Giorgia Pea. «Per quanto mi riguarda cercherò di essere anche un punto d’ascolto per tutte le associazioni e la cittadinanza».

«Venezia è una città che ha una grande storia e sa trasmettere sensibilità, amore e cuore», ha commentato Zecchi. «L’idea è quella di aprire sempre di più Venezia alle problematicità culturali. Venezia è bellezza ed io posso cercare di farla conoscere nelle sue realtà più segrete cercando anche di razionalizzare un turismo che riesca a vedere nella bellezza di Venezia cose che occhi distratti a volte non riescono a vedere», ha concluso Zecchi, che è stato assessore alla cultura al comune di Milano dal 2005 al 2006 ed è un volto noto anche della televisione. Negli anni ’90, in particolare, era tra gli ospiti fissi al Maurizio Costanzo Show.

Studioso della fenomenologia di Husserl, editorialista del quotidiano il Giornale, ha pubblicato vari romanzi con Mondadori. Nel febbraio 2020 si candidò come sindaco di Venezia con il Partito indipendentista dei Veneti, mentre nel 2023 si è presentato alle elezioni regionali in Lombardia con Fratelli d’Italia, risultando, in entrambi i casi, non eletto. Il nuovo incarico di Stefano Zecchi alla cultura di Venezia desta curiosità, considerando il ruolo particolare della città che, in Italia, spesso fa da capofila a sperimentazioni di rilievo nell’ambito della gestione e dell’organizzazione dei beni culturali, come nel caso della Fondazione MUVE, che riunisce i musei civici e che viene presa a modello anche da altri Comuni.

Tra i piani immediati di Zecchi c’è ovviamente la Biennale, la cui ultima edizione di Architettura è stata piuttosto divisiva e «Da rendere più “veneziana”», si sbottona Zecchi su Libero. «È la più importante fondazione culturale italiana con una storia ultracentenaria ma è una manifestazione che vivono più i visitatori che i veneziani», continua il consigliere a ruota libera, facendo riferimento non meglio precisato al Fuorisalone di Milano. Pur dovendo tenere in conto che il suo incarico non avrà bilancio, Zecchi pensa in grande: «Vorrei riproporre una sorta di Biennale del Dissenso. Nel 1977 Carlo Ripa di Meana, allora Presidente della Fondazione, invitò a parlare a Venezia i dissidenti dell’est europeo», prosegue Zecchi. «Vorrei invitare persone che a livello politico globale non hanno la possibilità di esprimersi liberamente. Bisogna tornare a valorizzare, anche in questa epoca ipertecnologica, la libertà di parola e quella di stampa».

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