La Formula Family, vantaggiosa per chi ha bambini/ragazzi e consorte a carico, offre l’opportunità di risparmiare un po’ sul prezzo del biglietto d’ingresso e soprattutto invita a farsi piacevolmente accompagnare dai figli nell’articolata visita. A parte la faticaccia, uno stimolo a guardare l’esposizione come qualcosa di interattivo, ludico e didattico.
Iniziamo. Entrare e sedersi subito nel cinema-baracca di Respect di Erik Van Lieshhout; proietta i piccoli nella dimensione di violenza e realismo della vita da bronx, bombardati dalla disco nera e dagli odori forti. Poi, i diversi spunti del Padiglione Italia possono trasformarsi in insolito divertimento.
Lo scontato cilindro di lampadine intermittenti di Carsten Holler diviene percorso
Il surreale, l’iperreale, il fantastico, l’orrido: Gironcoli (al padiglione Austriaco) e le sue enormi macchine assurde, la Piccinini (padiglione Australiano) e la sua prole semiumana il romantico scheletro di Urs Fischer che alita sullo specchio di un vecchio comò e, nel Padiglione Egitto, la vastissima e opprimente installazione di Nawar. Esorcizzano la paura per l’ignoto e il diverso.
Peccato che La zona sia chiusa per problemi tecnici (forse le sfere di Tuttofuoco rappresentano ciò che, in grande, i bambini sognano di avere tuttopersè…) e peccato
I bambini sono particolarmente attratti dall’universo scientifico: decine di minuti spesi a tirar fuori i pannelli visivi e sonori delle acque minacciate di Rùrì(padiglione Islanda) e altrettanti a percorrere l’opera di Olafur Eliasson (dentro e fuori, colore e rifrazione, specchi e neon, ambienti visivi freddi e caldi al padiglione danese) e quella multimediale di Kyriakakos e Rotsios (al padiglione Grecia): un gioco di proiezioni su superfici asimmetriche e irregolari, voci e testimonianze da tutto il mondo.
Se il mouse, che spesso è a disposizione dell’utente, diviene per i ragazzi una tentazione, la pittura gioca un ruolo meno importante nella visita dei bambini: curiosità per la ricercata opera di Ofili e la storia dello sterco d’elefante e per gli africani
Dopo diverse ore di cammino, relax e panini accanto alla Zona (poco invitanti i cuscini per terra: ma a nessuno è venuto in mente che potevano diventare così lerci?), molta acqua a caro prezzo (lo sapete, onesti gestori dei punti ristoro, che i bambini bevono tantissimo? forse è per questo che vendete una semisconosciuta acqua minerale estera a tre euro!), bisogna scegliere la nuova meta: l’Arsenale è certamente troppo complesso e accidentato se si vuole visitare in giornata con piccoli sotto i dieci anni (percorso indicato per i ragazzi più grandicelli, grazie alla impostazione multimediale). Meglio la scialba mostra al Correr, dove il video di Murakami per la Luis Vuitton è il loro giusto premio: tra musica da videogames, dinamismo e colori scintillanti ritroveranno finalmente il loro linguaggio di tutti i giorni!
giusy caroppo
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brava giusy! bell'articolo.
esperienza da rifare in altre occasioni
Grazie, per la'rticolo, ma soprattutto grazie ai più piccoli che spesso ci ricordano e risvegliano quel sano sentimento di stupore, meraviglia e curiosità che dovrebbe, sempre, essere proprio di chi si occupa e vive l'arte
Rientro oggi da Venezia, dopo un tour de force assurdo per poter vedere tutta la Biennale, accompagnata dalla mia sorellina di 16 anni, molto colpita dal multimediale, da tutto l'aspetto ludico della faccenda e accanita divoratrice di bottigliette d'acqua sconosciute e costose.
Articolo molto vero!!