Categorie: biennale 2009

biennale 2009_interviste | Fedele nel secolo

di - 23 Luglio 2009
In che momento della tua carriera t’ha colto questo invito alla Biennale di Venezia? Te l’aspettavi?
Con Luca Beatrice ho condiviso molte mostre e speravo di condividere anche questa.

Cosa pensi delle scelte, tanto contestate, dei due curatori del Padiglione Italia?
Siccome detesto la pratica fascistella di censurare lo sguardo, penso che l’arte debba essere eterogenea e inaspettata come la vita. La selezione è appunto inaspettata e sorprendente.

Tra gli artisti chiamati ad affollare il Padiglione Italia c’è anche Sandro Chia. Claudia Tagliabue, su “Il Sole 24 ore”, l’ha definito il “papà” di tutti gli altri invitati. Ti sei diplomato con una tesi su Mimmo Paladin. Devi molto alla Transavanguardia?
Alla fine degli anni ‘70, da ragazzo, facevo il poeta punk, scrivevo moltissimo, ero vergine, assediato dal sesso e ballavo al Plastic. Sono diventato pittore grazie ai Ramones: se loro potevano suonare, anch’io potevo dipingere. Ero bello e magro, adesso sono ancora magro e senza capelli, non ho ancora imparato a dipingere, ma i miei quadri non li sa fare nessuno. Sandro Chia? Ha avuto il merito di dipingere quadri eccezionali come La zattera dei temerari, oppure Sinfonia incompiuta con la donna che peta note colorate. Ha introdotto il comico nell’arte. Non l’ironia o il grottesco piccolo borghese, ma proprio il comico. Un grande.

Cos’è cambiato da quando dipingevi L’attentato al papa e La morte di Aldo Moro alla Stufa dei papi della Biennale? Hai abbandonato l’attualità per dedicarti a temi universali?

Mi interessa l’attualità solo quando è contemporanea. La religione e il potere sono temi eterni che sempre si attualizzano in nuovi fatti. La Stufa dei papi, dove bruciano le schede dell’elezione al soglio di Pietro, periodicamente diventa d’attualità.

Parlaci delle altre opere che hai preparato per questo appuntamento.
Un grande quadro verticale è Il battesimo di Sherlock Holmes, dove il campione dell’indagine e della deduzione si arrende davanti al mistero e cerca aiuto nello Spirito Santo. Pensa che Sir Arthur Conan Doyle, l’inventore di Holmes, era dedito allo spiritismo e credeva alle fate. Ineffabili inglesi. Il battesimo di Tony Blair l’ho già dipinto. Adesso speriamo che la regina si ravveda e riporti l’Inghilterra in comunione con Roma. Sarebbe ora che la smettessero con questi capricci. Quindi un grande quadro orizzontale, Immacolata Concezione, con un’apparizione Mariana psichedelica e seducente.

Perché, come hai dichiarato, “l’arte è indubbiamente una questione e una responsabilità cattolica“?
Arte e creatività non sono la stessa cosa. L’uomo si esprime da sempre creativamente, ma solo nel percorso del cattolicesimo, che unisce la spiritualità ebraica all’iconicità greco-romana, si è creata questa specialità dell’uomo che chiamiamo “arte”. Un gruppo di pittori nei secoli ha usato questa nuova meraviglia per dipingere la vita, morte e resurrezione di Cristo: lo sguardo dell’arte è sempre stato uno sguardo incarnato nella storia, dipingendo figure, fatti, uomini e donne. Non dimenticare che cattolicesimo vuol dire universale, non è assolutamente paesano, come molti sfigati curatori italiani pensano.

Come commenti, visti i temi da te prediletti, l’annuncio dell’arcivescovo Ravasi di proporre alla prossima Biennale un Padiglione dello Stato del Vaticano?
In bocca al lupo.

Cosa ti aspetti possa aggiungere alle tua carriera un appuntamento come questo?

Mi aspetto di tutto. Recentemente ero alla Bowery Poetry Club a New York ad ascoltare un reading di Taylor Mead. Eravamo solo in due spettatori e lui seduto ha letto per un’ora, sempre sorridente. Mi ha autografato il suo libro. Ti rendi conto? Taylor Mead e solo due spettatori-groupie. Spero che questo appuntamento contribuisca a garantirmeli quando sarò vecchio come lui.

Da docente dell’Accademia di Palermo intuisci dove sta andando l’arte contemporanea di domani? Pittura o nuovi media?
Il disegno e i colori messi ad arte su un supporto sono l’intramontabile, i nuovi media sono come i capi d’abbigliamento troppo datati che puoi indossare solo in certe occasioni per non sembrare ridicolo.

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a cura di beatrice benedetti


*articolo pubblicato su Exibart.speciale Biennale. Te l’eri perso? Abbonati!

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Visualizza commenti

  • ma e' un parassita! ma che risposte da? poeta punk ahahahahaha! ballavo al Plastic ahhhaha!
    un punk a milano e come una pizza napoletana a tokio!

  • i ramones la risposta piu' ovvia di chi di punk e' asciutto! e non solo di cultura punk!

  • hhahahaahahhahahahahahahahahahahahahahaha! Con l’entusiasmo del ventenne al Plastic di Milano, Marco Cingolani ha preparato la sua prima Biennale. A “Exibart” racconta i quadri cattolici che espone a Venezia e prega la Madonna che questa vetrina gli assicuri almeno un paio di groupie quando sarà vecchio... ahahahhahahahahahahahahahhahahahahahahaha!
    ahhahaaahhaahhahahahahhahahahahahahahahha!

  • Povero Cingolani, mi fà pena!!! sarà sempre un represso.CHE BRUTTI QUADRI, senza senso, dipinti male, accademici, ORRIBILI!!!

  • Come tutte le cose, ci sono quelle belle e quelle brutte e ben sappiamo che a volte queste ultime riescono ad essere più importanti. Le motivazioni si conoscono: per giochi di potere, di amicizie, di ricatti, di sesso. Quindi è inutile scandalzzarsi più: è ineccepibile, Cingolani non sà cosa sia l'arte ed è un pessimo artista. Altre parole non servono, è alla luce del sole il suo essere ridicolo, presuntuoso, ma soprattutto un ARTISTA FALLITO!!!!!!!

  • .....paolino, ma tu hai idea di cosa sia l'arte? Almeno quella contemporanea.
    Ebbene, sappi che è tutto al di fuori di Cingolani......

  • Cingolani è veramente un pover'uomo pericoloso per sè e per gli altri..daccordo la cronaca ma perchè dargli l'opportunità di un'intervista!?

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