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25
giugno 2009
biennale 2009_partecipazioni nazionali Area centrasiatica
biennale 2009
Ancora una scarpinata alla ricerca dei Padiglioni periferici. Dalla Giudecca azera si approda alle Zattere dell’Asia Centrale. Capatina in zona Arsenale per la Georgia e, a concludere, l’Ucraina targata Pinchuk...
di Ginevra Bria
In Biennale, lungo calli e campielli, non è mai semplice raggiungere le sedi degli eventi satellite. Il Padiglione dell’Azerbaijan, quello della Georgia, dell’Asia Centrale e dell’Ucraina sono tra i più dispersi di tutta la laguna. Ingigantendo ancor più le distanze, nei rapidi giorni di vernissage. Il solo punto a favore dei progetti delle ex Repubbliche sovietiche è la sorpresa. Elemento a volte senza qualità, che però rallenta piacevolmente il tempo di visita. Nonostante la fatica per intraprenderla.
Sulla Giudecca, presso la mediateca CZ95, nei saloni luminosi della sede insulare è allestita la collettiva azera, Cogito ergo sum. Ogni autore presente appartiene però con troppa verosimiglianza alla scena dell’Azerbaijan. Miniature, tappeti e un tradizionale tipo di melodia, il mugham, sono gli elementi trasmettitori di una cultura (artisticamente) lasciata troppo in disparte. Da ricordare, dunque, la posizione politica di Salakhov, che re-interpreta il Realismo socialista. Si tratta d’uno dei principali esponenti della scena locale, essendo riuscito per lungo tempo a comunicare attraverso l’arte, anche nel periodo di repressione sovietica. Da curiosare, attorniati dalle atmosfere buie e ombrose dei dipinti alle pareti (si veda Najafov), gli interventi luminosi sui tappeti del Khatt Art Group e le intricatissime grafiche di Nayla Sultan, che riprendono la tradizione della miniatura.
Sulla riva di fronte, alle Zattere, il Central Asian Pavillion a Palazzo Molin è intitolato Making Interstices: una collettiva che racchiude opere video (da ricordare il latteo SPA Mummification di Oksana Shatalova), fotografie (il reportage nostalgico di Kholikov) e due installazioni (Artist asleep, della coppia Vorobyeva & Vorobyev).
Maggiormente criptica e fuori d’ogni schema la sede del Padiglione Georgia. All’interno di tre saloni collegati da un cortile interno, Koka Ramishvili presenta Change in Drawing Orchestra. Il progetto è un’installazione audiovisiva doppia che, ancora una volta, prende in esame un fatto storico-politico come la rivoluzione georgiana, attraverso un continuo oscillare tra nuove tecnologie, processi di scrittura classica e distorsione amplificata dei suoni.
Di sicuro, maggiore e ridondante impatto è il Padiglione Ucraina. Con Steppes of Dream, in laguna compare una vera e propria strizzata d’occhio fashion al mondo dell’arte contemporanea. Illya Chichkan, Mihara Yasuhiro e Ogata Kinichi, direttamente dalla Pinchuk Art Centre, costituiscono un trio di artisti nippo-ucraini che mette lo spettatore nella posizione sognante di chi compie un viaggio ai limiti della coscienza. Fra sabbia, vesti leggere, burattini in legno e le pareti antiche di Palazzo Papadopoli.
Sulla Giudecca, presso la mediateca CZ95, nei saloni luminosi della sede insulare è allestita la collettiva azera, Cogito ergo sum. Ogni autore presente appartiene però con troppa verosimiglianza alla scena dell’Azerbaijan. Miniature, tappeti e un tradizionale tipo di melodia, il mugham, sono gli elementi trasmettitori di una cultura (artisticamente) lasciata troppo in disparte. Da ricordare, dunque, la posizione politica di Salakhov, che re-interpreta il Realismo socialista. Si tratta d’uno dei principali esponenti della scena locale, essendo riuscito per lungo tempo a comunicare attraverso l’arte, anche nel periodo di repressione sovietica. Da curiosare, attorniati dalle atmosfere buie e ombrose dei dipinti alle pareti (si veda Najafov), gli interventi luminosi sui tappeti del Khatt Art Group e le intricatissime grafiche di Nayla Sultan, che riprendono la tradizione della miniatura.
Sulla riva di fronte, alle Zattere, il Central Asian Pavillion a Palazzo Molin è intitolato Making Interstices: una collettiva che racchiude opere video (da ricordare il latteo SPA Mummification di Oksana Shatalova), fotografie (il reportage nostalgico di Kholikov) e due installazioni (Artist asleep, della coppia Vorobyeva & Vorobyev).
Maggiormente criptica e fuori d’ogni schema la sede del Padiglione Georgia. All’interno di tre saloni collegati da un cortile interno, Koka Ramishvili presenta Change in Drawing Orchestra. Il progetto è un’installazione audiovisiva doppia che, ancora una volta, prende in esame un fatto storico-politico come la rivoluzione georgiana, attraverso un continuo oscillare tra nuove tecnologie, processi di scrittura classica e distorsione amplificata dei suoni.
Di sicuro, maggiore e ridondante impatto è il Padiglione Ucraina. Con Steppes of Dream, in laguna compare una vera e propria strizzata d’occhio fashion al mondo dell’arte contemporanea. Illya Chichkan, Mihara Yasuhiro e Ogata Kinichi, direttamente dalla Pinchuk Art Centre, costituiscono un trio di artisti nippo-ucraini che mette lo spettatore nella posizione sognante di chi compie un viaggio ai limiti della coscienza. Fra sabbia, vesti leggere, burattini in legno e le pareti antiche di Palazzo Papadopoli.
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ginevra bria
dal 5 giugno al 30 settembre 2009
Padiglione azero – Cogito ergo sum
a cura di Leyla Akhundzada
CZ95 – Centro Zitelle
Giudecca, 95 – 30133 Venezia
Orario: da martedì a domenica ore 10-18
Ingresso libero
Info: tel. +39 0415289833; fax +39 1782252468; press@nuovaicona.org; www.mct.gov.az
dal 5 giugno al 22 novembre 2009
Padiglione georgiano – Koka Ramishvili
a cura di Khatuna Khabuliani
Associazione Culturale Spiazzi
Castello 3865 (zona Arsenale) – 30122 Venezia
Orario: da mercoledì a lunedì ore 10-18
Ingresso libero
Info: tel. +39 0415239711; infospiazzi@libero.it; www.mcs.gov.ge
dal 4 giugno al 22 novembre 2009
Padiglione dell’Asia centrale – Making Interstices
a cura di Beral Madra
Palazzo Molin Adriatica
Fondamenta Zattere al Ponte Longo 1412 – 30123 Venezia
Orario: da mercoledì a lunedì ore 10-18
Ingresso libero
Info: bmadra@tnn.net; www.centralasiaart.net
dal 6 giugno al 22 novembre 2009
Padiglione ucraino – Steppes of Dreamers
a cura di Vladimir Klitschko
Palazzo Papadopoli
San Polo 1364 (zona Rialto) – 30125 Venezia
Orario: da martedì a domenica ore 10-18
Ingresso libero
Info: info@pinchukartcentre.org; www.ukrainianpavilion2009.org/en
[exibart]
Interessanti questi padiglioni soltanto devono forse crescere ulteriormente anche se ci sono delle ottime individualità.
Alcune realtà sono predenti alla Biennale di Istanbul di prossima apertura.