Categorie: Biennale2001

Fino al 04.XI.2001 | biennale_padiglione austriaco | Venezia, Giardini di Castello

di - 15 Giugno 2001

Gelatin risiedono a Vienna e trascorrono 6 mesi l’anno all’estero per concretizzare i loro progetti:
la loro filosofia è di produrre dei modelli di vita all’interno di uno spazio definito. Gelatin opera essenzialmente in modo performativo, puntando a creare situazioni sovversive che coinvolgono e mettono a disagio lo spettatore, obbligato a sperimentare direttamente i lavori. Nel caso presente Gelatin diventa un liquido mucoso, trasparente e viscido; il titolo dell’opera, Die totale osmosi (Osmosi totale), significa l’intenzione di mostrare la capacità di questa sostanza, biologicamente primitiva e poco interessante, di penetrare all’interno di una cellula attraverso la membrana porosa e rendersi visibile alla superficie, provocando un certo rigonfiamento.
L’accesso al padiglione austriaco è intralciato da un viscido pantano ed il visitatore è costretto a percorrere una pericolosa passerella di tavole traballanti. D’intorno sono allestiti un giardino semidismesso ed una specie di ripostiglio dal quale spuntano materiali accatastati ed abbandonati. Avvicinandosi ci si trova in una sala dove pare sia stata appena smontata una mostra di architettura: se ne vedono le tracce, sui muri campeggiano scritte che rimandano alla tolleranza, all’ordine e alla pulizia (la contraddizione rispetto al luogo è evidente). Il gioco sta tutto nel disagio insinuato nello spettatore, colto dal dubbio di trovarsi in un luogo sbagliato, forse vietato all’accesso. Dove la mostra inizia, pare invece essere appena finita: Gelatin gioca sul ribaltamento di un luogo sacro all’arte. I Gelatin, che espongono in collettive dal 1995, sono: Ali Janka (1970), Wolfgang Gantner (1970), Tobias Urban (1966), Florian Reither (1970).
Granular Synthesis hanno invece realizzato per Venezia il progetto Reset. Il gruppo Granular è attivo dal 1991 ed è composto da Kurt Hentschlager (1960) e Ulf Langheinrich (1960), che vivono e lavorano tra Vienna e New York.
Il nome è preso dal lessico usato per la produzione elettronica dell’audio e della musica: la granular synthesis è una sofisticata tecnica di sintesi che combina matematicamente elementi sonori (grains). Come accade per il pixel nell’immagine digitale, così N grains costituiscono un evento sonoro che si sviluppa secondo schemi preordinati nei quali le onde, la frequenza, la banda e l’ampiezza di ogni singolo grain sono analizzati e studiati singolarmente e quindi sequenzialmente.
Il gruppo Granular crea opere audiovisive ed elabora software che associano al lavoro su bit audio e filtri, immagini video create digitalmente.
Dopo aver recentemente presentato al Netmage di Bologna (I edizione del festival organizzato dal centro Link) lo spettacolare progetto POL, in cui un muro di suono ottenuto campionando la voce satanica di Diamanda Galas con 40 Hz di bassi per 30 kw di potenza è stato associato ad un secondo muro di immagini fibrillanti in cui sporadicamente si intravedeva il volto della stessa Galas, a Venezia Granular crea uno spazio ipnotico ed alienante di impatto straordinario. Entrando nel buio profondo (occhio a non inciampare!) del padiglione, lo spettatore è letteralmente investito da sequenze sonore che sembrano provenire dalle viscere della terra. Percorrendo una breve passerella, a destra e a sinistra appaiono due platee, in fondo alle quali enormi video proiettano successioni cromatiche monocrome che appaiono come l’esatto colore dei suoni emessi. I grandi riquadri colorati si susseguono a ritmi irregolari, a comporre un evento sinfonico che narra delle pulsioni umane sapendole instillare nello spettatore. Granular è oggi un gruppo assolutamente maturo, capace di indirizzare la propria ricerca verso una sintesi assoluta e minimale.
Torna il germe minimalista che si pensava avesse esaurito la sua carica da almeno 3 decenni e che invece si è semplicemente trasformato, assumendo caratteristiche estetiche ed intime inedite, ed è ben presente sul panorama internazionale: da Julia Mangold a David Simpson, da Alan Charlton a Ruth Ann Fredenthal… e l’elenco potrebbe continuare.


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Alfredo Sigolo



Gelatin e Granular Synthesis. Austria Pavilion, 49a Biennale di Venezia. Dal 10.VI.2001 al 04.XI.2001. Commissario Elisabeth Schwegger. Commissario aggiunto: Thilo Hoffmanstal Giardini di Castello. Orari: da martedì a domenica 10.00-18.00; sabato 10.00-22.00. Informazioni: tel. 041/5205951; fax 041/5205948; e-mail labiennale@t0.or.at.


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Visualizza commenti

  • Ma è sicuro che i Gelatin espongano dal 1978??! tre da quando avevano 8 anni e uno alla veneranda età di 12??

  • Il padiglione mi é piaciuto molto. Complimenti ai gelatin che hanno preparato una degna accoglienza ai magnifici video.

  • Mi scuso con Lulù ed i lettori per l'errore. I primi progetti sono stati realizzati in Austria, nel 1995. Si è trattato di un doppio errore: uno di digitazione (avrei voluto scrivere '98, ho sbagliato tasto), ed uno di mera ignoranza (perché avrei sbagliato comunque e, quindi, meglio aver fatto questo errore grossolano, almeno ora posso essere più preciso). Per l'elenco completo dei progetti rimando al sito dei Gelatin (http://listen.to/gelatin), alla voce "history".

  • Caro Tarallo
    non a caso mettiamo i link correlati: per ottenere ulteriori informazioni, per approfondire certi temi o per visualizzare materiale (foto o altro). E ciò perché non abbiamo la pretesa che i nostri lettori debbano accontentarsi del nostro sito; Exibart è un portale per l'informazione sull'arte, completamente indipendente (selezioniamo link e recensiamo siti e riviste cartacee in assoluta libertà, senza che nessuno ci obblighi o ci paghi per fare delle scelte). Cerchiamo, nel possibile, di creare una guida per l'accesso all'informazione, aggiungendo a questo anche i nostri contenuti critici (e ciò in contrasto con quanti affermano che la rete è, soprattutto, povera di contenuti). Se hai la pazienza di aprire (per es.) il sito ufficiale del padiglione austriaco, con foto come quella, ci puoi fare quasi un poster per la cameretta; ma di foto e materiale ne troverai anche altre nei link indicati.

  • come mai sono foto cosi' piccine? avrei voluto vede' le facce degli artisti. ma che vi ha dato di balta il cervellooo?

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