Questione di equilibrio, diceva il professore di chimica a scuola. E partiva in evoluzioni filosofiche e applicazioni alla vita reale delle reazioni tra particelle invisibili. È un’indagine, quella chimica, che indaga l’infinitamente piccolo. E tuttavia è basata su delicati sistemi di scambi, scontri e contaminazioni. Ogni sistema, continuava, tende alla situazione di massimo equilibrio.
L’alchimia è la madre della chimica moderna. Era rivolta alla ricerca della trasformazione dei metalli in oro. Così, diceva il professore, anche nella vita tendiamo a modificare ciò che ci circonda in qualcosa di migliore, alla ricerca dell’equilibrio.
L’installazione di Fabrizio Plessi al Museo Correr, in Piazza San Marco, ha dell’alchemico. Dalle finestre dell’ala Napoleonica si stagliano monitor da cui esce il fuoco prima e l’acqua poi, in un rincorrersi di trasformazioni tra due elementi in antitesi.
Interagisce con lo spazio in maniera energica ma rispettosa; non invade con superbia la piazza. Con umiltà chiede il permesso di incendiarla per poi spegnerla. Una struttura sinuosa e rigida al contempo, che Venezia accoglie con la grazia e l’eleganza che la contraddistinguono.
Un omaggio a Venezia, l’installazione come tutta la mostra. E è un omaggio rischioso. Con quasi 40 anni di ricerca alle spalle, le mostre al Guggenheim di New York, alla fondazione Miró e nei più importanti musei del mondo, poteva cadere in una antologica e rifugiarsi nella sicurezza dei lavori più famosi, “Bronx“, “Cristalli liquidi“; e invece no. Perché la sua fantasia scorre veloce come i video. E il suo cuore brucia ancora al pari dei monitor incandescenti. Non è tipo da stare seduto a guardarsi specchiato. Come un alchimista scava sempre più in profondità, compiendo una ricerca che più si protrae più lo gli offre orizzonti da osservare.
Comunicazione è la traccia che lasciamo dietro di noi perché altri la seguano. E la traccia è il concetto che Plessi esprime attraverso il mezzo scelto. Ci tiene a sottolineare che il video è solo un medium, che prima bisogna cercare l’idea che muove da ogni lavoro. Ma non è facile scindere la ricerca formale da quella filosofica. L’arte è pensiero che prende forma nello spazio.
Acqua e fuoco sono due elementi ancestrali dalla forma variabile. L’intera città vi poggia su: i tronchi rappresentano le fondamenta di Venezia (appunto costruita su una foresta di arbusti impiantati nella terra argillosa e portati qui dal Cadore quasi 800 anni fa). L’acqua è l’elemento fluido, il movimento che scorre sotterraneo. Come Venezia affascina perché vive sull’acqua ma la deve importare dalla terra ferma, anche nei video il liquido è attraente eppure intoccabile.
Vorrei chiedergli se è l’acqua a spegnere il fuoco o il fuoco a far evaporare l’acqua. Forse mi risponderebbe che è una questione di equilibrio.
L’estate veneziana vede Plessi protagonista in varie esposizioni: la Galleria Traghetto ospita le “Sei cariatidi”, mentre venerdì 8 giugno si inaugura la nuova galleria di Dorothea van der Koelen a Venezia con la presentazione di un altro omaggio alla città lagunare,
Il 14 giugno, alla Collezione Guggenheim di Venezia, in collaborazione con le gallerie Enrico Navarra e Nicolas Hélion di Pargi, ha luogo la presentazione di Enigma degli addii, un lavoro che accoglie lo scontro tra la primitività formale delle canoe, realizzate in un legno che trasuda ancora resina, e l’acqua tecnologica posta all’interno della struttura.
Il 22 dello stesso mese la Loggetta lombardesca di Ravenna propone “Shakesperaiana”: in mostra, tra l’altro, la video-installazione “Teatro della memoria”.
In autunno è prevista un’esposizione alla Sammlung Essl di Vienna e a ottobre, presso il Guggenheim Bilbao, una personale che comprenderà la celebre video-scultura “Roma”.
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Complimenti a Fabrizio Plessi per l'installazione al Museo Correr, in Piazza San Marco. Un omaggio a Venezia, un desiderio di comunicare, di lasciare una traccia attraverso il mezzo scelto. Mi ha veramente emozionata e gli porgo i miei più sentiti ringraziamenti per avermi comunicato la profondità del suo pensiero. Bello l'articolo di Silvio Saura.
le fiamme come quelle che bruciarno la Fenice, l'acqua come quella lagunare che sta facendo sprofondare Venezia. Non ci vedo nessun omaggio alla splendida Serenissima, anzi! Pare si apra una polemica su ciò che che la Repubblica Marinara non è riuscita a fare, o meglio su ciò che purtroppo riesce fin troppo bene a fare a se stessa! L'installazione video è sicuramente d'impatto ed efficace come può esserlo un pugno nello stomaco e l'emorragia che ne scaturisce.Mi ritorna alla memoria una frase che con Mindy sentivo mentre si guardava la TV (una scatola con dentro un teatro!!) tra una manciata di pop corn e le ciambelle alla marmellata di lamponi: meditate gente, meditate!
Bella anche la mostra del Correr, allestita nella penombra, rischiarata dalle lingue di fuoco e dall'azzurro dell'acqua. Ma questa installazione rimarrà a lungo nella memoria, provare per credere (e provate di notte, credetemi). Probabilmente il vero evento della Biennale...
biennale deludente! Plessi rappresnta forse il colpo d'occhio migliore, ma ,scusatemi se insisto, non credo sia un omaggio, penso che si tratti di una vera e propria denuncia. Mi posso sbagliare, ma la sensazione che le videoinstallazioni dal museo Correr per piazza San Marco siano una pirotecnica protesta verso il degrado che la città sta avendo non è da sottovalutare. grazie per l'attenzione
Bella mostra di Plessi ed ottimo servizio di Exibart, completo in tutto. Il foto articolo correlato con le immagini della mostra è una ciliegina sulla torta che mancava.