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Se c’è un momento storico per cui ho nostalgia sono gli anni
sessanta/settanta. Cosa avrei dato per stare seduta nel bar Rosati in Piazza
del Popolo, con tutti gli artisti dell’epoca, gli intellettuali, gli scrittori,
i poeti. Con Mambor, con Schifano, con Pascali. sentire le loro voci, i loro
divertimenti, le prese in giro, ma anche e soprattutto sentirli parlare di arte
di letteratura.
Ecco perché ogni volta che c’è un’occasione per rivivere quei
momenti non me la faccio scappare.
Stavolta lo spunto è stato il documentario proiettato alla Gnam,
in cui si parlava di Pino Pascali.
Una sala gremita di persone, il racconto di una vita veloce,
breve, burrascosa, che stava per diventare ancora più veloce, ma che è stata
repentinamente fermata da un incidente. L’epilogo triste di Pascali la sappiamo
tutti, eppure ogni volta sento e percepisco negli animi degli astanti una forte
commozione. La protagonista del documentario è Paola Pitagora, grande amica di Pascali, frequentatrice
in quegli anni di quel giro, anche perché fidanzata di Mambor. Di lei piacevole
ed emozionante è anche un piccolo libercolo in cui si narrano propri le vicende
di quegli anni, che si intitola Fiato d’artista.
Dicevamo del documentario, la cui regia è di Maurizio Sciarra,
dal titolo Sull’orlo della gloria, in cui si racconta di quei momenti, di quegli attimi, di
quella vita. Si vedono gli amici i collezionisti le opere. Si prova ad entrare
in quella che poteva essere la sua poetica, le dinamiche di ideazione e
costruzione dei lavori. C’è Fabio Sargentini che racconta aneddoti divertenti,
ci sono gli amici con cui Pascali scorrazzava con la moto. Un’ora e qualche
minuto in cui si percepisce cosa era quel mondo, e cosa non abbiamo più. Purtroppo.