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Ho sempre considerato la Gnam, Galleria Nazionale d’Arte
Moderna, uno dei luoghi più affascinanti di Roma, con opere di grande interesse
e valore artistico. Mi sembra sia quella la casa del contemporaneo in questa
città. Lo è divenuta ancora di più quando qualche anno fa fu chiesto a un
artista romano d’adozione, Alfredo Pirri, di realizzare un lavoro site
specific, da porre quasi all’ingresso del museo stesso. Passi si intitola, ed è
un enorme lavoro installativo di oltre 400 metri, specchi posti a terra calpestabili
dagli spettatori. Finalmente un’opera con duplice lettura, facile da capire
anche per i non addetti ai lavori, interessante per chi l’arte contemporanea la
mastica con competenza. A distanza di pochi anni, con un nuovo direttore,
questa opera non c’è più. L’ingresso del museo è chiuso perché grandi opere di
riqualificazione e ristrutturazione si stanno realizzando al suo interno. Un
nuovo maquillage per la Gnam. Ho pensato fosse una bella idea, dare lustro ad
un luogo pregno di cultura, e però è forte il dispiacere per avere perso per
sempre, non mi si dica che si potrà ricollocare, un’opera fatta apposta. Il
lavoro di Alfredo Pirri era diventato in poco tempo la cifra di quel museo, e a
torto o a ragione la gente si ricordava di avere attraversato un lungo
pavimento di specchi prima di entrare nel museo. Un’azione partecipata e
partecipativa, un attraversamento, un’ascesa verso un luogo per molti ancora di
difficile comprensione. Era anche divertente, ricordo mio figlio piccolo che
correva su quegli specchi, ho visto molte persone fotografarlo, divertirsi
giocarci. L’arte è anche questo, se non vogliamo renderla avulsa dalla realtà;
è consapevolezza che con un solo lavoro si può attrarre pubblico in un luogo,
si può lasciare un ricordo e la voglia di tornare in quel luogo stesso. Sono
certa che il nuovo direttore farà cambiamenti straordinari, anche se mi auguro
che, oltre a questo, con i soldi a disposizione farà mostre di pregio e
acquisizioni da lasciare tutti noi a bocca aperta, ma spiace davvero che un lavoro
pensato esattamente per quel luogo si sia perso per sempre. E non voglio
nemmeno dare conto degli oltre centomila euro spesi per la realizzazione e la
acquisizione del lavoro di Pirri, e del fatto che, dopo avere chiesto più volte
alla nuova direttore un incontro- tramite il suo ufficio stampa- questi non mi
abbiano nemmeno risposto. Avranno sicuramente cose ben più importanti da fare.