Il Comitato Bologna 2000 ed i Musei Civici d’Arte Antica hanno organizzato una mostra sulla “Pietra di Bologna”, una falsa iscrizione funeraria romana dedicata dall’immaginario Lucius Agatho Priscus ad una misteriosa Aelia Laelia Crispis “né uomo né donna né androgino, né fanciulla né giovane né vecchia…”. Teatro dell’esposizione è il Museo civico medievale di Bologna.
La mostra comprende materiale relativo alla lapide, conservato all’Archiginnasio, e approfondimenti sulle vite di Laelia Crispis. E’ l’inizio di una riflessione che proseguirà il 2 dicembre con un convegno tenuto da Umberto Eco e Paolo Fabbri e organizzato dall’Associazione Carlo Cesare Malvasia, dal titolo “Aelia Laelia Crispis. Un mistero che dura da un millennio” (Oratorio San Filippo Neri). L’iniziativa prevede anche la pubblicazione della riedizione del testo Alia Laelia Crispis e di racconti ispirati dal mistero dell’iscrizione.
La quiete e la solidità che la “Pietra di Bologna” esteriormente emana, in realtà nascondono un fremito di dubbi e una commistione di verità. Da secoli studiosi, letterati e uomini comuni propongono la loro interpretazione. Da Emanuele Tesauro, a Water Scott e Gerard de Nerval, nessuno la fa passare sotto silenzio. Formula magica, gioco, scherzo o vuoto gioco di parole. Di certo noi non possiamo dare la risposta, ma di certo il visitatore non potrà resistere ad abbracciare un’ipotesi e pensare che sia verità.
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sono molto contenta che sia venuto alla luce questo enigma,ma vorrei sapere.
" gli affiliati del circolo Malvasia sanno
molto di più? e desiderano avere nuovi adepti? " grazie