Chiude la mostra “Il Padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg”, che già dal titolo altisonante annunciava un’occasione rara e degna di nota, come poi è stato. Mostra unica e insolita, ospitata nello spazio dell’Associazione ABC di Bologna – sensibile alle rivelazioni culturali della città – costruita da più attori a partire dalla volontà della curatrice Alice Zannoni.
Un percorso espositivo nutrito e completo in tutti i suoi aspetti: dalla eccezionalità del materiale offerto alla visita, passando per l’allestimento di Fausto Savoretti, per finire con il catalogo di prossima pubblicazione che raccoglierà la storia che è stata raccontata: quella del progetto e relativi disegni del Padiglione Barcellona, realizzato dal celebre architetto e designer Mies van der Rohe per rappresentare la Germania all’Esposizione Universale del 1929, giunti a Bologna trent’anni fa.
E quale momento migliore per divulgare questo patrimonio di informazioni storico-estetiche se non questo con Expo Milano 2015 ancora in corso. Ma non solo. Quale iniziativa maggiormente interessante se non la prima edizione della Bologna Design Week per inaugurare la mostra in cui sono stati altresì esposti la poltrona e lo sgabello Barcellona disegnati sempre da van der Rohe, presenti in galleria grazie al sostegno di Gianpaolo Gazziero e KNOLL? Ed ecco compiuta un’operazione filologica di grande pregio per il pubblico, messo al corrente di una vicenda storica dell’architettura contemporanea in maniera quasi confidenziale, attraverso la coinvolgente passione della Zannoni al fianco dell’Ingegnere Mario Ciammitti, responsabile della ricostruzione storica e archivistica del Padiglione Barcellona a Bologna, a cui fu affidata la ricerca dei materiali e dei documenti relativi al Padiglione originario. Gli esemplari esposti infatti fanno parte dell’archivio dello stesso Ciammitti. Si tratta di ventiquattro disegni originali su lucido firmati da Sergius Ruegenberg, l’assistente di Mies van der Rohe che alla fine della Seconda Guerra Mondiale ridisegnò a memoria le tavole architettoniche perse nel bombardamento su Berlino del 1945; inoltre, sei fotografie del 1929 con ritratti dei soggetti coinvolti e immagini del Padiglione; nonché la corrispondenza epistolare autografa tra Ciammitti e Ruegenberg, e ancora quella tra Ciammitti e Hans Maria Wingler, Fondatore e Direttore del Bauhaus Archive / Museum of Design fino al 1984. È stato qui riportato in luce non solo il progetto del Padiglione del ’29, ma anche il processo che ne voleva la ricostruzione, infine mai realizzata, a Bologna.
Era accaduto che nel 1981 Giorgio Trebbi, fondatore e direttore del Centro Internazionale di studi, ricerca e documentazione dell’abitare OIKOS, il quale aveva già fatto ricostruire a Bologna il padiglione “Espirit Noveau” di Le Corbusier del 1925, perseguisse l’intenzione di riedificare anche il Padiglione Barcellona di Mies. Da lì erano iniziati gli scambi di Ciammitti con Wingler e successivamente con Ruegenberg, designato ad guidare i lavori di una eventuale ricostruzione e autore degli unici disegni esistenti.
Solo dopo, nel 1983, decise di donarne ventiquattro dei trenta all’Ingegnere che li portò in forma privata a Bologna. L’incontro recente con la curatrice, ha permesso di esporli per la prima volta al pubblico dell’ABC. Raccolti in teche elegantemente illuminate costruite ad hoc, descrivono la filosofia che li ha resi preziosi. Tra tutti, in particolare il n.27, che rappresenta l’immagine guida della mostra con l’importante pilastrino cruciforme “simbolo” del progetto.
Come dichiarato dall’Ing. Ciammitti: «Questa puntigliosa ricerca del dettaglio perfetto è stata una caratteristica di Mies ed è servita moltissimo a me nella mia vita professionale.» Servita altresì, aggiungerei, a rendere così ricca ma essenziale questa proposta espositiva, che segue evidentemente il motto di van der Rohe less is more: quattro sale lineari e asciutte, cariche però di riferimenti e aneddoti.
Sempre Ciammitti riferisce che «Ogni progettista incaricato di svolgere il tema della ricostruzione fedele di un originale deve cercare di rimanere fedele ai principi che l’autore ha voluto fissare nell’opera originale, ma ne fa comunque una reinterpretazione con il rischio di scandalizzare la critica». Così anche la narrazione di questa vicenda ricostruita in mostra, riprende spunti dal tema originale: come nel Padiglione del ‘29 un tappeto nero, le tende rosse e un muro in onice rappresentavano un omaggio alla Germania e alla provenienza geografica del progettista, altrettanto è stato riproposto in questo allestimento, attraverso i muri e la moquette della galleria ad esaltare tale rilevante testimonianza.
Del Padiglione fu poi realizzata una copia tra il 1983 e il 1986 a Barcellona per volontà dei Reali di Spagna, ma questa è un’altra storia!
Cristina Principale
Il Padiglione Barcellona a Bologna
ABC, Arte Bologna Cultura
Via Alessandrini, 11, Bologna