Sistema astronomico per la misurazione del tempo o antico metodo di divinazione, lo Zodiaco e i suoi cicli regolano la nostra vita da millenni, mostrano un fascino che non conosce declino, eterno ispiratore di artisti e poeti.
Nel 1970, Gino De Dominicis compie una delle sue più controverse azioni/installazioni esponendo nelle sale della galleria romana L’Attico un vero e proprio tableau vivant, fatto di oggetti, animali (vivi o morti) e persone, messi in rappresentanza dei dodici segni astrologici. L’azione si intitolò semplicemente “Lo Zodiaco” e ad essa si è ispirato, quarant’anni più tardi, Davide Bertocchi, invitato da Davide Rosi Degli Espositi nell’insolita veste di curatore per una mostra nello spazio bolognese Car drde.
Tredici artisti, per altrettanti segni zodiacali (Bertocchi ha voluto recuperare anche il perduto Ofiuco, il mitologico serpentario che si trova tra la costellazione dello Scorpione e quella del Sagittario). Sono infatti tutti rappresentanti di tipologie astrologiche diverse, gli artisti coinvolti in questo raffinato progetto espositivo. Al riguardo Bertocchi dichiara che: ‹‹la chiave di lettura di questa mostra forse si ottiene pensando a tutto ciò come ad un insieme, un unico sistema prestabilito che ha determinato le opere (e prima di loro la scelta degli artisti). Quindi, anticipando ogni possibile obiezione, mi sento di affermare che non si tratta propriamente di una mostra “curata”. È per questo che ho usato la logica dello zodiaco come sistema di selezione. La sua applicazione, più o meno schematica, ha permesso e facilitato scelte estetiche e nominali, all’interno di costellazioni artistiche quotidiani molto vaste, altrimenti impossibili››.
Unici italiani in mostra, lo stesso Bertocchi e Alessandro Di Pietro, rappresentanti rispettivamente del segno dell’Ariete e quello del Capricorno. All’ironia delle combinazioni oggettuali di Bertocchi ,con Ariete “autoritratto”, fa da eco il segno grafico dell’artista messinese, che si unisce a quello dell’Infinite Line Painting dei fratelli francesi Florian & Micheal Quistrebert, rappresentanti del segno del Leone. Segni grafici indelebili sono anche i tatuaggi che il belga Joris Van De Moortel (Sagittario) si è fatto riprodurre sul corpo, raccontanti dalle polaroid presenti in Tryng to catch a glim of my fresh tattoo in the look glass. Questi segni vanno letti come tracce indelebili delle influenze che dominano la nostra vita, che possono essere cosmiche, esoteriche oppure semplicemente fisiche, come quelle create dalle relazioni umane. Al segno scomparso di Ofiuco appartiene Evariste Richer che per la mostra propone il metro lunare, unità di misura tarata in base alle dimensioni del satellite terrestre. E poi ancora in mostra sono presenti opere di G. Küng (Toro) Camile Henrot & Elise Calme (Gemelli), Thorsten Brinkmann (Cancro), Emile Pitoiset (Vergine), Benoit Maire (Bilancia), Charlotte Moth (Scorpione) Shila Kathami (Acquario), Olve Sande (Pesci).
Leonardo Regano
mostra visitata il 13 giugno 2014
Zodiaco
CAR drde
via Azzo Gardino 14/a, Bologna
orari: martedì-sabato, ore 15:00 – 19:30 o su appuntamento