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Fino al 1.VI.2002 | Christo and Jeanne-Claude’s babies | Bologna, Galleria Arte e Arte

di - 21 Maggio 2002

L’esposizione presenta i babies di Christo e Jeanne-Claude, opere di piccolo formato fatte di carta, pastelli, stoffe, progetti dagli anni settanta fino ai più recenti, idee trasformate in progetti che diventano delle opere con un valore estetico, cromatico e di equilibri, molto elevato. Inizialmente oggetti ricoperti, con il Nouveau Réalisme, poi gesti più grandi e raffinati, gli impacchettamenti di Christo diventano una poetica di intervento che si scioglie e si ricompone andando a valorizzare parti di paesaggio. Vestito e natura, anzi natura vestita per un periodo di tempo limitato a quell’azione effimera, coperta in maniera morbida, non intrappolata, con i suoi colori, il giallo l’arancio, finemente accarezzata dal vento. I colori sono utilizzati nei progetti per illustrare ciò che accadrà e rendono questi delle opere distaccate da rimandi, acquistando una valenza propria, come poi le fotografie degli impacchettamenti, unica testimonianza dell’evento. E’ come se l’opera sia tripla, divisa in tre espressioni facenti parte di un’unica idea e rivolte ad un unico obiettivo: l’oggetto da valorizzare. I babies sono la prima azione, l’individuazione dell’oggetto e la sua analisi come un punto nella città o nella natura da far risaltare, un elemento monumentale come Running Fence del ’75 oppure una vera e propria costruzione di barili come The Mastraba of Abu Dadi del ’79.
Ma una delle opere più belle, eleganti e progettualmente mature, è Sourronded island del 1983, intervento nella Biscayne Bay in Florida, opera che bidimensionalmente è autonoma, raffinata e quasi decorativa, pezzo bellissimo rosa shocking. Ancora, The umbrellas del 1982, ombrelloni ricoperti di giallo in un paesaggio hopperiano, per arrivare agli anni novanta con The gates del ’95, tanti drappi giallo ocra pensati per Central Park di N.Y.City che con leggerezza e ordine danno maggior respiro allo sfondo schematico.
L’opera di Christo è un intervento che richiede una forte progettualità e uno studio accurato del territorio, delle scelte artistiche adatte al luogo, ma è un operare che non entra in conflitto con questo, è anzi un’azione che sottolinea e cambia per attirare lo sguardo sugli anelli che in mezzo al mare si muovono con le onde, sui panneggi che velano edifici, su barriere permeabili che si gonfiano come mongolfiere.

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Erika Eccher


“Christo and Jeanne-Claude’s babies”
Dal 13 aprile al 1 giugno 2002.
Bologna, Galleria Arte e Arte, Galleria Falcone-Borsellino 1/c
Ingresso: libero.
Orari: mar mer ven: 15.30-19.30. Sabato: 10.30-12.30, 16.00-20.00. Chiuso: lunedì.
Tel: 051-6569049 E–mail: info@arteearte.it Sito internet: www.arteearte.it


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