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fino al 10.II.2005 Lello Esposito – La sindrome di Partenope Bologna, NT Art Gallery
bologna
Dietro la maschera. Quella di Pulcinella. Viaggio nell’anima di un uomo lacerato. Filosofo e poeta delle immagini. Pittura e scultura per parlare dell’essenza doppia del fare arte. E del vivere…
di Carolina Lio
Alcuni artisti hanno una personalità apparentemente molto diversa da quello che le loro opere suggeriscono. Così è anche nel caso di Lello Esposito (Napoli, 1957). Egli vive nel contrasto tra la sua figura eccentrica ed euforica, che ci ricorda quella dell’amico Massimo Troisi, e la sua produzione sofferta e grottesca.
La NT Art Gallery individua in questa disparità una vera e propria malattia, la “Sindrome di Partenope”, e la spiega come un eccesso di napolenità in cui l’artista è imbrigliato. In effetti, quando entrerete in galleria vi sarà impossibile non respirare quell’aria partenopea tanto bene identificata da Pulcinella, luogo comune usato e abusato, ma che in mano ad Esposito acquisisce un ulteriore volto. Diviene una figura estrema, scarnificata, segnata da rughe profonde, con gli occhi incavati e i muscoli contratti.
“Ho spogliato la maschera mille volte, ho messo a nudo l’uomo che ci sta dietro”, svela l’artista. E se avete avuto la fortuna di conoscerlo, o anche se solo avete osservato la sua foto nel catalogo, noterete sicuramente l’impressionante somiglianza tra il suo viso e quello dei Pulcinella privi di maschera. E’ quindi l’artista stesso l’uomo napoletano e sofferente che, dopo essersi tolto il costume carnevalesco che indossa tutti i giorni, diviene il protagonista delle proprie opere. Questo doppio essere è chiaramente espresso nei suoi lavori, per la maggior parte realizzati unendo un’opera di pittura e una di scultura riproducente lo stesso identico soggetto. Possiamo capire meglio questa particolarità ricordando due tappe fondamentali della sua produzione. La prima è intorno al 1973, quando all’età di sedici anni inizia a dipingere i primi Pulcinella, e la seconda è all’inizio degli anni novanta quando scopre la scultura. Una tecnica segue l’altra a una distanza di circa un ventennio, all’interno dei quali i suoi soggetti diventano sempre più contorti e sofferti, passano da essere la maschera di Pulcinella a mostrare chi ci sta dietro. La scultura che vediamo sovrapposta alla pittura è dunque un messaggio chiaro e esplicito, in cui il soggetto esce dal quadro per simboleggiare che non si tratta di sola arte, ma anche di una condizione realmente vissuta. Questa duplicità contraddistintiva di Lello Esposito è particolarmente evidente, tra le altre, nei Frammenti, nuove e rare opere di piccola dimensione realizzate appositamente per questa personale. Che sintetizzano tutte le sue peculiarità attraverso tele quasi monocrome e un’espressione scultorea sempre più accentuata e drammatica.
carolina lio
mostra visitata il 27 gennaio 2005
Lello Esposito- La sindrome di Partenope
Bologna, NT Art Gallery, via dal Luzzo 6/c
orario di visita: da martedì a sabato: 10.00/13.00 – 16.00/19.30
per informazioni: 051237722 – info@ntartgallery.com
a cura di Giuliano Serafini, catalogo in galleria
[exibart]