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Fino al 12.IV.2014 | Goran Trbuljak | GT: Monogram, Monograph, Monochrome, Monologue… | P420 Arte Contemporanea, Bologna

di - 7 Aprile 2014
Nell’autunno del 1968, il gallerista newyorkese Seth Siegelaub pubblica un catalogo dal titolo Douglas Huebler. November 1968, realizzato per una mostra che, in realtà, non avrebbe mai avuto luogo nella sua galleria. Mettendosi nel solco delle ricerche portate avanti in quegli stessi anni da artisti come Joseph Kosuth, Bruce Naumann e dello stesso Huebler, Siegelaub inneggia, così, ad un’arte dematerializzata, privata di qualsiasi dato oggettuale e per questo immune dal pericolo di essere considerata come semplice merce. L’opera diviene pura essenza, puro concetto.
Allora poco più che ventenne, Goran Trbuljak, influenzato dai colleghi americani ed europei, in occasione della sua prima personale allo Student Centre Gallery di Zagabria (1971), egli esibisce solamente un manifesto con la scritta “Non intendo esporre nulla di nuovo e originale”.
Una trovata ironica e provocatoria, che da avvio ad una carriera fortunata, che lo porterà a diventare uno dei pionieri dell’arte concettuale slava, tra gli esponenti di spicco del gruppo della Nuova Pratica Artistica.

In collaborazione con la galleria Gregor Podnar di Berlino, la P420 Arte Contemporanea di Bologna presenta GT: Monogram, Monograph, Monochrome, Monologue… una mostra omaggio al lavoro di Goran Trbuljak e alla sua riflessione sul sistema dell’arte occidentale. Se per Seth Siegelaub di una mostra era importante produrre soltanto il catalogo, allora Trbuljak lo assume come l’elemento qualificante dello status di artista. E così, nel testo del catalogo della VII Internazionale Malerwochen (1972), Goran Trbuljak scambia il suo posto con Franco Vaccari, l’ultimo artista in elenco, potendo così occupare più spazio e continuare a firmare anche le pagine finali del testo, quelle riservate alla pubblicità. In questo caso Trbuljak si confronta con Alexander Calder. Un raffronto impietoso, come dimostra l’opera Senza titolo (invito, catalogo e foto su carta) del 1977. Ma il vero obiettivo di un artista per ritenersi affermato è ottenere una o più monografie. Trbuljak porta alle estreme conseguenze questi concetti e fa del catalogo l’oggetto stesso da esporre in mostra. Tra il 2010 e il 2013, si autorealizza più di duecento monografie, tutte di dimensioni variabili ma sempre in un formato simile a uno sketch-book tascabile. Suddivise tra monografie bianche, in bianco e nero e colorate, esse racconterebbero dei quarant’anni della sua produzione, ma, contro ogni previsione, essi non riportano al loro interno alcuna opera dell’artista. Solo l’eventuale posizione dell’immagine, tracciata a penna o matita e l’indicazione dell’anno di produzione.
Ad un tratto l’ironia di Trbuljak cala, e isolato dal resto delle opere, appare l’Autoritratto del 2001. Quattro autoscatti in bianco e nero di uno straordinaria intimità e forza espressiva, in cui protagonista non è più l’artista ma l’uomo Goran Trbuljak, descritto così, senza alcun filtro, sdraiato sul pavimento con la macchina fotografica che lo ritrae a distanza ravvicinata, mentre rivolge lo sguardo verso lo spettatore.
Leonardo Regano
mostra visitata l’8 marzo 2014
dal 25 gennaio al 12 aprile 2014
Goran Trbuljak, GT: Monogram, Monograph, Monochrome, Monologue…
P420 Arte Contemporanea
Piazza dei Martiri 5/2, Bologna
Orari:  da mercoledì a venerdì ore 15/19.30; sabato ore 9.30/13.30 e 15/19.30
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