Un
titolo provocatorio, perché la mostra modenese non riguarda esclusivamente il
fotoreportage di guerra, ma che è forse l’unico in grado di riunire tre macro
aree da cui sono stati selezionati 21 fotografi: quella del Medio Oriente,
quella del Golfo di Guinea e infine quella del Sudafrica. Zone sempre sul filo
della guerra – di religione o tribale, di razza o di confine – ma dove talvolta
ci si dimentica che lì vivono delle persone, e che queste persone hanno
interesse verso le espressioni creative, l’arte e la fotografia.
Ecco
allora che il giovane team di Filippo Maggia è andato a scovare gli artisti più
rappresentativi di queste terre per noi spesso troppo lontane e ha costruito
una mostra dai toni crudi, spiazzanti e anche kitsch, dove alle foto in bianco
e nero delle periferie di Johannesburg di Jodi
Bieber si accostano le figure perfette dei cani africanis di Daniel Naudé, alle immagini violente
sullo sfruttamento del petrolio nel Delta del Niger di George Osodi seguono i ritratti su sgargianti fondi dipinti
“occidentali” di Philip Kwame Apagya.
Un’Africa
che sa anche essere ironica, come nel caso del video We Are the World di Goddy
Leye, in cui il protagonista si abbuffa di frutti intonando la
canzone-simbolo del sostegno occidentale verso il continente africano.
Consistente
anche il nucleo degli artisti mediorientali. Grande peso ha, al centro
dell’esposizione, il conflitto israelo-palestinese, rappresentato da più punti
di vista: una videointervista girata con la tecnica del rotoscope di Wael Shawky che racconta la resistenza
nei campi profughi, la serie Trackers
di Ahlam Shibli che ritrae pastori
beduini volontari dell’esercito israeliano, le Watchtowers di Taysir
Batniji che sembrano così simili a serbatoi d’acqua e che invece nascondono
la loro funzione bellica, ma anche il video di Yael Bartana, forse l’unico lavoro dai toni lievemente retorici
presente in mostra.
Molte
opere quindi, tanti artisti e soprattutto differenti approcci, tecniche,
qualità delle fotografie. Nell’insieme un’esposizione da affrontare con sguardo
attento e allargato fuori dai confini dell’Occidente, un gran calderone di
immagini da digerire lentamente e su cui pensare a lungo, anche dopo essere
usciti dall’ex Ospedale di Sant’Agostino.
Perché
le immagini dirette, non mediate dalle notizie che spesso le accompagnano,
possono diventare, come in questo caso, il più efficace strumento di
comprensione e di conoscenza dell’”altra parte del mondo”.
marta santacatterina
mostra visitata il 26 novembre
2010
dal 27 novembre 2010 al 13 marzo 2011
Breaking News. Fotografia contemporanea
da Medio Oriente e Africa
a cura di Filippo Maggia
Ex Ospedale di Sant’Agostino
Via Emilia Centro, 228 – 41100 Modena
Orario: da martedì a domenica ore 11-19
Ingresso libero
Catalogo Skira
Info: tel. +39 059239888; fax +39 059238966; info@mostre.fondazione-crmo.it;
www.mostre.fondazione-crmo.it
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