È un vero e proprio confronto quello sapientemente orchestrato alla Fondazione Dino Zoli, che apre i battenti mettendo in scena circa ottanta opere di
Fortunato Depero (Fondo, Trento, 1892 – Rovereto, Trento, 1960) e
Roberto Marcello Baldessari (Innsbruck, 1894 – Roma, 1965).
Due artisti che hanno fornito una personale interpretazione del movimento futurista e che si fanno leggere, in questa mostra, in un continuo rincorrersi di paralleli e disuguaglianze, per cogliere lo spirito di ciascuno. Depero da una parte e Baldessari dall’altra, quasi a parlarsi tra colori, linee, illusioni ottiche e pennellate; senza scontro, costruttivamente, per offrire due dei tantissimi lati della sfaccettata medaglia futurista.
Balla, il futurismo analogico, l’apertura alle arti applicate, tinte piatte, pittura plastico-dinamica, per il primo;
Boccioni, il futurismo analitico, linee forza e fraseggio cromatico, geometrismo, per il secondo.
Nel “dibattito di opere” che segna il percorso espositivo non mancano sia i grandi temi cari al movimento nel suo complesso, sia opere personalissime, a testimonianza del percorso privato dei due artisti, spesso agli antipodi.
La velocità del moto, il tempo che corre, la macchina, la vita moderna e le tecnologie nei magnifici treni e nella
Strada+Tram (1916) di Baldessari. Linee e colori a rappresentare ed esaltare il movimento nella
Gara Ippica tra le Nubi (1924) di Depero.
Non manca, nelle file di Depero, il celeberrimo
Ritratto psicologico dell’aviatore Azari (1922), nel quale si rappresenta il concetto di un ritratto in cui l’artista non deve riprodurre la fisionomia del soggetto, come in una fotografia realista, ma il carattere, l’ambiente, il suo essere nello spazio e nel tempo. Ecco quindi che l’aviatore futurista è rappresentato nella sua vita d’industriale borghese e contemporaneamente come pilota dal carattere coraggioso e audace.
Baldessari risponde con lo stesso entusiasmo per il volo e con l’eccezionale e altrettanto celebre
Spirale Tricolore su Roma (1923), presente in mostra a dimostrare l’adesione dell’artista ai temi dell’aeropittura e a tutto ciò che si riferisce a macchine volanti, velocità e dinamismo.
E, ancora, il teatro e lo spettacolo, temi comuni a entrambi, interpretati nell’esaltazione del trucco teatrale di
Chanteuse (1916) di Baldessari o nei burattini deperiani. Non mancano inoltre il Depero dei “quadri di stoffa”, lo sperimentatore dei materiali non pittorici, e il Depero dei “quadri pubblicitari” come lo
Squisito al Seltz realizzato per Campari.
La mostra, curata da Maurizio Scudiero, anticipa le celebrazioni dedicate al movimento fondato da
Marinetti e del quale il 20 febbraio del 2009 ricorre il centenario. E si pone come prezioso contributo nell’offrire, grazie a questo esclusivo confronto di opere, nuovi spunti al visitatore. Per comprendere e, se possibile, definire il futurismo in tutta la sua carica travolgente e appassionante.