Lungo le pareti si susseguono riproduzioni digitali di disegni, dipinti e collage. Un carro armato a forma di
Mickey Mouse avanza sorridente e disinvolto, mentre
Donald Duck, con la morte impressa negli occhi a mo’ di teschio, spalanca inaspettate e fameliche fauci. Ma ecco finalmente il supereroe di turno,
Superman: tutti confidano in una sua mossa risolutrice. E tuttavia anch’egli presenta delle anomalie, poiché indossa un goffo costume da
Batman ed è privo di superpoteri. Sicché, inavvertitamente, viene pugnalato alle spalle da un anonimo criminale.
In questa rapida carrellata d’immagini è racchiuso un emblematico abbozzo del mondo paradossale, apocalittico, estremo, ma spesso anche ironico e ricco di humour nero, di cui si fece artefice la famigerata Traumfabrik bolognese. Una
Open House dalla quale, fra il 1977 e il 1983, emersero figure capitali per la storia del fumetto italiano, e pure film-maker, artisti ed esponenti della new-wave nostrana.
Nata dall’occupazione di uno stabile disabitato nei pressi di Piazza Maggiore, la Traumfabrik divenne subito un polo d’attrazione per giovani creativi e non solo. Al suo interno operavano fumettisti del calibro di
Filippo Scozzari e
Andrea Pazienza (a quest’ultimo appartengono i due disegni sopracitati,
Mickey Mouse e
Donald Duck), nonché collaboratori delle oramai leggendarie riviste “Cannibale” (1976-1979) e “Frigidaire” (fondata nel 1980). Degni di nota pure il regista
Renato De Maria, che al mondo di Pazienza ha dedicato il film
Paz! (2001);
Enrico Maria Serotti, che ha firmato molte tracce audio per i video e le installazioni di
Eva Marisaldi; e il raffinatissimo creatore di effetti speciali
Francesco Chiarini, che ha collaborato con colossi dell’animazione digitale
come la Walt Disney, la Warner
e l’Electronic Arts. Loro e tanti altri presero le mosse da quell’eccentrico luogo, lasciando -chi più chi meno- un segno del proprio passaggio. Tutti però accomunati e galvanizzati da imponenti dosi di musica punk e new wave, sulle cui onde si allinearono gruppi come i
Gaznevada e gli
Stupid Set.
A distanza di trent’anni, Neon celebra i trascorsi fasti di quest’intensa esperienza. Stimolata dal recente ritrovamento di ben 400 lavori su carta, lo spazio bolognese ha organizzato l’esposizione
Traumfabrik Blowup, avvalendosi della collaborazione di due dei suoi fondatori, Giorgio Lavagna e Giampiero Huber
. Oltre a disegni, collage e dipinti distribuiti su un lungo tavolo, l’allestimento prevede le loro riproduzioni digitali appese a parete e un sottofondo musicale che rispolvera brani di Iggy Pop, Ramones, Suicide, Gaznevada e molti altri gruppi musicali che ossessionarono i frequentatori della Traumfabrik. Infine, per quanto riguarda le testimonianze video, il 24-26 settembre sarà proiettato un cortometraggio di
Mili Romano, a testimonianza degli eventi che in quei giorni del tormentatissimo
77 animarono il convegno di Bologna contro la repressione.
Questa esposizione, che si pone all’insegna della memoria, invita altresì a riflettere sul presente, sul ruolo di non secondaria importanza giocato ancora oggi dalle culture giovanili o da contesti e strutture che a tale dimensione vengono ricondotti. Basti ricordare che
Blu ed
Ericailcane sono un genuino prodotto della street art, mentre il collettivo
Zimmerfrei ha mosso i suoi primi passi al Teatro Polivalente Occupato.