Dopo la personale
Muffins all’Istituto di Cultura Italiana di Chicago, che ha ironizzato sull’
american way of life e soprattutto sulle abitudini alimentari statunitensi, suscitando numerose polemiche, il collettivo
Ericailcane approda a Modena. E per l’occasione costruisce un allestimento fantasioso e di gran qualità , con una parata di numeri, animali, visioni e pupazzi giganti realizzati come installazioni site specific.
Un simpatico calderone nel quale il gruppo infila tutto ciò che caratterizza da alcuni anni la sua opera: quadri a olio racchiusi in cornici barocche, pregiatissime incisioni, disegni in bianco e nero o a china bianca su sfondo nero, conigli di stoffa che si arrampicano su un’improbabile scala a pioli al centro della stanza e una sorta di wunderkammer borghese, con tanto di poltroncina per gustarsi la quadreria.
Senz’altro intrigante è il lavoro di questo collettivo che, partito in sordina dalla strada con murales divenuti ormai celebri, ben presto si è dimostrato all’altezza di un posto in galleria; i recenti successi espositivi,
in primis quello americano, lo dimostrano.
Un collettivo che opera nel mistero di un’identità nascosta, forse per gioco, forse per scelta; che sa muoversi con sapienza e senza inflazionarsi troppo, grazie soprattutto alla sua abilità tecnica e perizia stilistica, alla capacità di maneggiare in modo virtuoso la matita e di destreggiarsi fra le differenti tecniche, sebbene il disegno sia soltanto un contrappunto minuzioso di un’indagine ben più complessa, legata alla nostra società televisiva, perennemente stimolata dai media, dal cinema e dalla realtà virtuale.
Nella serie di opere realizzate per la mostra modenese, dove animali di varia foggia cavalcano insetti giganti nel vuoto di un fondo neutro, come in un’ipotetica invasione, Ericailcane si diverte a giocare sul significato del titolo, che richiama il numero della Bestia dell’
Apocalisse di Giovanni e, al contempo, la serie di Fibonacci. Unici protagonisti della poetica del collettivo sono infatti le bestie, che assumono caratteristiche umane e si riallacciano a un immaginario simbolico che proviene dall’antichità , a partire dai bestiari della classicità e del medioevo fino ad arrivare a quelli moderni delle illustrazioni ottocentesche di
Grandville.
Ericailcane attinge dunque a un serbatoio d’immagini onirico e surreale, che fa riferimento a un passato culturale colto, trasportandone i fantasmi nel caos visivo contemporaneo. Narrando a modo suo, con poesia e disincanto, la triste quanto bieca condizione umana. Servendosi di raffigurazioni metaforiche che vivono di vita propria, in balia dell’osservatore e del proprio vissuto, e che raccontano con un sorriso le debolezze, le angosce e le tristezze dell’animo umano.
Di gran classe pure i disegni realizzati per il libretto della stagione teatrale dell’Ert – Emilia Romagna Teatro, dove cervi, galline, orsi ed elefanti elegantemente vestiti, descritti con una punta ironica e deliziosamente irriverente, si ritrovano insieme sulle poltrone del teatro. Raffinato altresì il volume pubblicato in occasione della mostra, edito da Logos e distribuito in libreria, che permette di dare un ulteriore sguardo all’affascinante universo del gruppo.