Se in molti casi i luoghi deputati dell’arte si attengono ad essere neutri e asettici ospiti delle deliranti proposte degli artisti, subito ci si rende conto come invece, in questo frangente, gli spazi della galleria siano diventati perfetta parte integrante e costitutiva del lavoro presentato. D’environment appunto si tratta. Come sua solita attitudine e strategia, Nicola Renzi ridisegna la galleria, la sublima, la trasforma, ne tramuta la reale percezione trasfigurandola in un elementare labirinto di paglierini paraventi formati da un’infinità d’elastici in tensione. E al contempo, bisogna dirlo, le nicchie, le arcate e le complicazioni della galleria si prestano come perfetto ed ideale classicismo metafisico che fa da sfondo e s’intravede al di là delle flessuose cedevolezze delle pareti elastiche. Elastico dunque, trascurabile oggetto quotidiano, che, sottratto alla sua banale evidenzia, diviene cellula e modulo compositivo di una nuova e serafica situazione spaziale pensata e ordinata a discrezione dell’artista. Con arguzia e ironica ambiguità, Nicola Renzi, valente esperto del “culto dell’elastico”, suggerisce una suggestione ambientale che in primo luogo impone una ridefinizione
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patrizia silingardi
mostra vista il 23 gennaio 2003
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Ho sentito dire che sarà filmato, a conclusione della mostra, il momento fatidico del taglio degli elastici. Bell'idea ma... occhio a passare nei dintorni della galleria quel giorno; sai le frustate che piovono?
bravissimo Nicola !
complimenti